Al Politecnico di Torino il primo di quattro incontri sul territorio alla presenza del sottosegretario Mur Montaruli
Saranno approvati a fine febbraio i primi tre decreti attuativi della Legge Manfredi. L’annuncio è arrivato dal sottosegretario al MUR Augusta Montaruli davanti a una platea di Periti industriali presenti alla prima tappa di avvicinamento al XV Congresso di categoria che si è tenuta al Politecnico di Torino lo scorso 10 febbraio.
Una giornata di confronto con i rappresentanti della politica appunto, dell’università e della categoria sui temi considerati fondamentali per il futuro dei periti industriali e che arricchiranno il dibattitto fino alla conclusione dell’anno congressuale previsto per settembre 2023.
L’obiettivo è quello di arrivare alla fine di questo cammino con un report condiviso che fornisca a chi sarà chiamato a guidare il futuro Cnpi nei prossimi anni un’eredità in termini di conoscenza, visione e strategia.
Dunque lauree professionalizzanti, ma non solo, i temi al centro dell’incontro piemontese aperto dal Rettore del Politecnico Guido Saracco che ha ricordato come l’ateneo piemontese sia stato uno dei primi a scommettere su questo percorso formativo, anche nelle sue prime fasi in via sperimentale. “Il percorso di laurea professionalizzante in tecnologia della manifattura industriale” ha detto Saracco “vuole cogliere la necessità di professionalizzazione che c’è con la transizione dell’Industria 4.0 e preparando così i futuri professionisti ad intervenire in maniera concreta sui temi tecnologici”.
Intervento a tutto tondo invece quello del sottosegretario Montaruli che nel ricordare l’impegno del suo dicastero per l’approvazione dei decreti sulle lauree professionalizzanti, ora alla firma del ministero della giustizia, “ha spiegato come questi percorsi rappresentino la risposta al gap di competenze e al famoso disallineamento tra formazione e lavoro, che ha delle gravi conseguenze sia in termini di disoccupazione che di insoddisfazione”.
Ed è una cosa- ha precisato ancora il sottosegretario all’università “che non dobbiamo permettere accada, innanzitutto per i giovani, ma anche per la tenuta degli ordini e per le tante imprese che in un mercato sempre più internazionalizzato devono continuare a competere. In quest’ottica la laurea di tipo professionalizzante è la giusta risposta. Così come lo è immaginare un piano nazionale delle competenze, per impedire che finiti gli anni delle risorse straordinarie dovute dal Pnrr i progetti attuati non siano più sostenibili”.
“L’idea che sta alla base di questo XV Congresso”, ha dichiarato il Presidente del CNPI, Giovanni Esposito, “è quella di ripartire dalle conclusioni dell’assise straordinaria del 2014 per proseguire con una serie di soluzioni e idee che non potranno che essere in linea di continuità e a completamento del disegno programmatico già definito allora. Con quel Congresso la categoria iniziò un percorso che attraverso la legge 89 del 2016 ha sancito l’elevazione del titolo di accesso all’albo, stabilendo come requisito minimo obbligatorio il possesso di una laurea almeno triennale o di un titolo equivalente. Quello era solo l’inizio di un lungo cammino di rinnovamento, che anche attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza e la conseguente riforma Manfredi (legge 163/21), sta contribuendo a ridisegnare la nostra professione. E possiamo senz’altro affermare che all’epoca ci abbiamo visto lungo. Siamo infatti nel pieno di uno sviluppo tecnologico che come categoria ci vede impegnati in prima linea, basti pensare alla riconversione in chiave green in cui siamo impegnati”.
Proprio di tecnologia e della necessità di non farsi trovare impreparati si è soffermato nel suo intervento anche Domenico De Masi, professore emerito di sociologia del lavoro dell’Università di Roma La Sapienza, che in qualità di responsabile scientifico dell’intero congresso accompagnerà la categoria nelle diverse tappe fino all’evento conclusivo romano. “Siamo per essere investiti da un’ondata tecnologica prodigiosa, e dobbiamo avere presente che con l’intelligenza artificiale parte di quello che si fa oggi verrà sostituito dalle macchine. Per questo bisogna farsi trovare preparati e lavorare per cambiare questi numeri drammatici: su 100 giovani che si diplomano 40 vanno all’università, di questi, 24 arrivano alla laurea triennali e i restanti a quella quinquennale. Abbiamo solo il 23% di laureati. Con una scolarizzazione così bassa con chi lo facciamo questo sviluppo tecnologico? Ed è proprio sulla formazione che bisogna investire per stare al passo ed essere pronti a cavalcare il cambiamento”.
“È un percorso tempestivo quello che si è avviato con la prima tappa di avvicinamento al XV Congresso nazionale dei Periti Industriali” ha aggiunto Paolo Bernasconi, Presidente EPPI, “più che opportuno per la nostra categoria, e complementare alle iniziative del nostro Ente di previdenza, avviate ormai da tempo. Ci consente di ascoltare i nuovi bisogni e poi di elaborali in risposte concrete.
La sinergia tra CNPI ed EPPI deve in questo senso proseguire, poiché la previdenza e il lavoro professionale sono parti integranti dello stesso sistema circolare”.