Dopo il sì, il provvedimento passa alla Camera: Superbonus e contributi per le colonnine di ricarica
Via libera del Senato al decreto milleproroghe. Con 88 si, 63 no e 3 astenuti il provvedimento passa alla Camera per la conversione definitiva entro il 27 febbraio, pena la decadenza, tanto che l’esecutivo ha già preannunciato il ricorso al voto di fiducia che secondo quanto annunciato dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio potrebbe essere posta martedì 21 febbraio (con la discussione generale sul testo che avrà inizio dopo il voto finale sul dl Carburanti) per essere votata mercoledì 22. Il voto finale si dovrebbe quindi tenere giovedì 23.
Due le novità principali che interessano in particolare le professioni tecniche: la proroga del Superbonus e quella per l’erogazione del contributo per le colonnine di ricarica.
Nel dettaglio il provvedimento prevede quindi il rinvio dei termini per comunicare all’Agenzia delle Entrate –dal 16 marzo al 31 marzo- la scelta dello sconto in fattura o della cessione del credito per i lavori agevolati con il Superbonus e gli altri bonus edilizi. Lo slittamento sempre alla stessa data riguarda anche la comunicazione relativa alla cessione del credito e gli adempimenti relativi ai lavori sulle parti comuni degli edifici residenziali.
La proroga non risolve però il problema della cessione del credito. Il Centro Sudi Ance ha realizzato una stima da cui emerge che in Italia nel 2022 il contributo delle costruzioni al PIL sia stato di quasi il 30% del totale degli investimenti e naturalmente il Superbonus 110% ha avuto un ruolo fondamentale. Per quanto riguarda gli importi, si è arrivati a oltre 60 miliardi solo con il 110%, considerando anche gli altri incentivi le stime sono tra i 90 e i 100 miliardi. Le problematiche aperte come spiega l’Ance, sono dovute dal fatto che le nuove regole contabili di Eurostat rischiano di impattare sul mercato dei crediti fiscali rendendo più difficile il quadro della cessione del credito. Secondo gli ultimi chiarimenti da parte dell’istituto europeo però il Superbonus 110% non deve essere considerato come debito pubblico.
Una risposta al problema sta arrivando dalle Regioni, che iniziano a valutare l’acquisto dei crediti legati al Superbonus. Sono diversi gli enti locali che si sono già mossi per scendere in campo per acquistare i crediti d’imposta derivanti dai bonus edilizi mediante accordi di cessione. Ultima in ordine di tempo che punta ad acquistare i crediti di imposta dei bonus edilizi potrebbe essere la Regione Basilicata che seguirebbe la Regione Sardegna e la Provincia di Treviso, che ha fatto da apripista. Piano piano stanno programmando l’acquisto dei crediti vari enti locali – Regioni e Province in testa – per sbloccare i plafond delle banche che non possono più acquistare crediti d’imposta perché hanno terminato la propria capienza fiscale. Pronte a entrare nel mercato delle cessioni dei crediti d’imposta dei bonus edilizi e del superbonus 110% sarebbero, ancora, Lazio, Puglia, Umbria, Abruzzo, Veneto e Liguria.
Infine il ddl delle milleproroghe proroga a tutto il 2023 anche lo stanziamento di 40 milioni per l’erogazione del contributo per l’installazione delle colonnine di ricarica elettrica.