Luci ed ombre, nel mercato del lavoro libero-professionale, nello Stivale.
In base al Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere (l’organismo del sistema delle camere di commercio del nostro Paese) e dall’Anpal (l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro), diffuso oggi, si sommano 386.000 inquadramenti messi in cantiere dalle imprese per il mese di febbraio, e 1,2 milioni nel trimestre febbraio-aprile, «pari a +68.000, rispetto allo stesso mese del 2022 (+21,5%) e +175.000 con riferimento all’intero trimestre (+17,1%)»; l’analisi, inoltre, si legge nel documento, evidenzia come la dinamica positiva della domanda di lavoro delle imprese in questi primi mesi dell’anno si confermi «anche confrontando i livelli pre-Covid (la fase, cioè, del febbraio 2019), rispetto ai quali si evidenzia una crescita del 15,6%, pari a +52.000 assunzioni» ma c’è la richiesta di tecnici.
Da un lato, infatti, le aziende vanno sempre più a caccia di profili specializzati (quasi sempre tipici dell’area tecnica), senza trovarli. E, dall’altro, si scopre come le opportunità di assunzione, a tempo determinato, di occupati autonomi, nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), restino, tutto sommato, non colte.
Ma quali sono i profili più ambiti e che, spesso, non è, però, possibile trovare ed inserire nell’organico?
Il Bollettino parla chiaro: servono «specialisti nelle scienze della vita (per l’80,7% sono di «difficile reperimento»), a seguire occorrono «operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (70,8%), fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (68,5%), tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (66,7%) e operatori della cura estetica (66,2%)». Per ciò che concerne, poi, la questione geografica, si apprende che 120.000 entrate di lavoratori sono immaginate dalle imprese del Nord ovest, a cui seguono le imprese del Sud e delle isole (97.000), le realtà produttive del Nord est (92.000, area italiana che manifesta la maggiore difficoltà di reperimento pari al 52%) e le aziende del Centro della Penisola (76.000).
Nelle ultime ore, però, grazie ad una stima fondata sulle rilevazioni del Formez, e fornita dalla Federazione dei lavoratori e delle funzioni del pubblico impiego, i riflettori si sono accesi sulle sorti del personale che, partendo dall’attività autonoma, dovrebbe «spingere in avanti», verso l’attuazione, le missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Il segretario del sindacato Marco Carlomagno non ha usato giri di parole per circoscrivere lo «status quo»: «Siamo in forte ritardo» sul fronte delle assunzioni nella Pubblica amministrazione e, soprattutto, «mancano le competenze necessarie» per affrontare tutti i servizi richiesti. «In determinate amministrazioni, a partire dai Comuni, manca il 77% delle professionalità tecniche. E questo significa in tante aree non poter analizzare i progetti e non poterlo realizzare, il Pnrr», ha incalzato, rammentando come, al termine dei concorsi banditi lo scorso anno, «è rimasto scoperto il 71,6% dei posti per ingegneri e architetti, il 58,3% di quelli per analisti del mercato del lavoro e il 37,5% di quelli per statistici e informatici».
Hai letto l’ultimo articolo? Equo compenso, i «fari» sul disegno di legge si riaccendono al Senato