Aggiornamento e armonizzazione delle norme in materia, adeguate alle nuove realtà e poste su un piano europeo
Un nuovo codice delle comunicazioni elettroniche, con la modifica di 98 articoli del vecchio testo (dlgs 259/2003) resa necessaria a causa dell’elevato cambiamento tecnologico avvenuto negli ultimi due decenni. La Camera dei deputati sta discutendo in questi giorni il decreto legislativo di attuazione della direttiva 2018/1972/Eu sul Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, in attuazione della delega contenuta nell’articolo 4 della legge di delegazione europea 2019-2020 (atto Camera n. 53 del 2021). Si tratta di un aggiornamento e di una armonizzazione delle norme in materia, adeguate alle nuove realtà dei giorni nostri.
Come si può leggere dal dossier elaborato dalla Camera, l’assunzione da cui partono le autorità europee e il legislatore nazionale è che l’ambito delle possibilità tecniche delle comunicazioni elettroniche si è sviluppato e ingrandito, collocandosi su un orizzonte globale. “In tal modo, per un verso, si offrono maggiori opportunità di esercizio di diritti (anche economici) e veicolazione di contenuti, anche in forme innovative ed inedite. Per l’altro, tuttavia, si rendono opportuni incentivi per gli investimenti economici e necessaria una regolazione armonizzata e coordinata a livello (quantomeno) europeo, il più possibile semplificata e proporzionata, a garanzia della concorrenza e dell’accesso ma anche della sicurezza e della protezione dei dati”, si legge ancora nel dossier.
Il decreto è molto corposo e va a toccare vari aspetti della nuova metodologia di comunicazione
L’articolo 3, in particolare, elenca i principi generici che guidano il testo: la libertà di comunicazione e la segretezza delle comunicazioni, anche attraverso il mantenimento dell’integrità e della sicurezza delle reti di comunicazione elettronica e l’adozione di libertà di iniziativa economica e il suo esercizio in regime di concorrenza, “garantendo un accesso al mercato delle reti e servizi di comunicazione elettronica secondo criteri di obiettività, trasparenza, non discriminazione e proporzionalità”. D’altronde, il testo ribadisce che “la fornitura di reti e di servizi di comunicazione elettronica è attività di preminente interesse generale”.
Tra gli obiettivi del nuovo codice, quello di promuovere la connettività e l’accesso alle reti ad altissima capacità, comprese le reti fisse, mobili, senza fili e il loro utilizzo da parte di tutti i cittadini e le imprese. Ci si pone come finalità ulteriore quella di promuovere gli interessi dei cittadini, garantendo la connettività e l’ampia disponibilità e utilizzo delle reti ad altissima capacità, comprese le reti fisse, mobili e senza fili, e dei servizi di comunicazione elettronica, garantendo i massimi vantaggi in termini di scelta, prezzo e qualità sulla base di una concorrenza efficace, preservando la sicurezza delle reti e dei servizi, garantendo un livello di protezione degli utenti finali elevato e uniforme tramite la necessaria normativa settoriale e rispondendo alle esigenze, ad esempio in termini di prezzi accessibili, di gruppi sociali specifici, in particolare utenti finali con disabilità, utenti finali anziani o utenti finali con esigenze sociali particolari, nonché la scelta e l’accesso equivalente degli utenti finali con disabilità. Tutto questo da realizzare promuovendo la concorrenza nella fornitura di reti e risorse correlate nonché contribuendo allo sviluppo del mercato interno, “rimuovendo gli ostacoli residui e promuovendo condizioni convergenti per gli investimenti”.
Sulla bozza del decreto legislativo, la scorsa settimana si è svolto un ciclo di audizioni, in cui sono intervenuti associazioni e realtà operanti nel settore. Il testo è stato annunciato a Montecitorio lo scorso 9 agosto.