Un fondo dal 2022 al 2026 che servirà a finanziare gli interventi per centrare i target italiani sul clima
La novità è prevista dalla legge di bilancio, approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 ottobre, che istituisce il nuovo strumento nello stato di previsione del ministero della transizione ecologica.
Un investimento di tre miliardi e mezzo di euro in quattro anni, quindi, per favorire gli “interventi a favore di soggetti privati e pubblici, volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nell’ambito degli accordi internazionali sul clima e tutela ambientale ai quali l’Italia ha aderito”.
Il fondo potrà: assumere capitale di rischio mediante fondi di investimento, fondi di fondi o capitale di debito; erogare finanziamenti indiretti mediante istituzioni finanziarie, incluse istituzioni finanziarie europee, istituzioni finanziarie multinazionali e sovranazionali, fondi multilaterali di sviluppo; erogare finanziamenti diretti di iniziative e programmi ad elevato impatto; erogare garanzie, su finanziamenti concessi da soggetti terzi autorizzati all’esercizio del credito, entro il limite massimo del 50% dell’importo finanziato, entro un importo massimo non eccedente il 50% delle risorse stanziate. Una quota di 40 milioni di euro all’anno sarà destinata inoltre all’erogazione di misure a fondo perduto e agli oneri e alle spese di gestione del fondo. Sarà Cassa depositi e presiti a gestire lo strumento, sulla base di una convenzione da stipulare con il Ministero della transizione ecologica che dovrà disciplinare l’impiego delle risorse.
Il fondo sarà sostenuto da una serie di nuove realtà e figure professionali introdotte dalla legge di bilancio: saranno istituiti presso il ministero della transizione ecologica un comitato di indirizzo e un comitato direttivo. Il primo sarà presieduto dal Ministro Roberto Cingolani o da un suo delegato e composto dal capo dipartimento del ministero della transizione ecologica, dal direttore generale del testo e dal direttore generale del ministero degli esteri. Il comitato dovrà “definire l’orientamento strategico, le priorità di investimento del Fondo” e avrà il compito di deliberare “il piano di attività del Fondo, anche mediante la definizione dell’ammontare di risorse destinato alle distinte modalità di intervento, ivi inclusi eventuali limiti per aree geografiche e categorie di paesi e per interventi effettuati in favore di, o aventi come intermediari, soggetti privati”. Il comitato direttivo, invece, deciderà in merito ai finanziamenti e alle garanzie concesse.
Se non fossero sufficienti 840 milioni di euro all’anno da qui al 2026, l’articolo che istituisce il fondo sancisce come la dotazione dello stesso possa essere incrementata dall’apporto finanziario “di soggetti pubblici o privati, nazionali o internazionali, anche a valere su risorse europee e internazionali, previo versamento all’entrata del bilancio dello stato”. Un impegno importante, dunque, da parte del governo per ottemperare alle richieste comunitarie e internazionali di riduzione delle emissioni e, in generale, di miglioramento dei coefficienti di sostenibilità ambientale.