Ue: possibile inviare le proposte fino al prossimo 31 maggio. L’obiettivo è arrivare a una strategia sulle sostanze chimiche condivisa in autunno
Un meccanismo che vieti la produzione e/o l’esportazione di particolari sostanze chimiche pericolose vietate nell’Unione europea, al fine di “proteggere i paesi terzi dai loro effetti nefasti per la salute e l’ambiente”. Uno strumento nei confronti del quale sarà possibile inviare le proprie osservazioni e i propri contributi fino al 31 maggio, al fine di arrivare a una soluzione migliore e condivisa. L’iniziativa è della Commissione europea, che ha appunto aperto il canale di comunicazione per ricevere contributi in merito alla nuova strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili. Le proposte ricevute saranno prese in considerazione nella fase di ulteriore sviluppo e perfezionamento dell’iniziativa, come si legge sul sito dal quale è possibile inviare i contributi.
L’iniziativa, in sostanza, mira a creare un ambiente non tossico, in cui le sostanze chimiche siano prodotte e utilizzate in modo da massimizzarne il contributo per la società, anche attraverso la realizzazione della transizione verde e digitale, evitando danni al pianeta e alle generazioni attuali e future. “Per raggiungere questi obiettivi l’Ue dovrebbe intervenire contrastando la produzione delle sostanze chimiche pericolose non autorizzate per l’uso nell’Unione ma ancora in produzione per fini di esportazione”, si legge nel testo.
Le misure potrebbero comprendere, ad esempio: aumentare la quantità di informazioni messe a disposizione dei paesi terzi a norma del regolamento Pic, per consentire loro di gestire meglio i rischi individuati ai sensi del diritto dell’Ue applicando il medesimo livello di restrizione o divieto che l’Unione riserva alle sostanze chimiche interessate; rivedere gli attuali obblighi per l’esportazione a norma del regolamento Pic, onde migliorare la protezione dalle importazioni indesiderate di sostanze chimiche pericolose vietate nell’Ue; vietare la produzione di sostanze chimiche pericolose che non sono autorizzate o che sono soggette al divieto di immissione sul mercato e/o uso nell’Ue; adottare un approccio che combini le opzioni di cui sopra.
Da marzo a ottobre 2023 saranno effettuate una valutazione e una valutazione d’impatto. La valutazione del regolamento Pic “esaminerà in modo mirato l’efficacia, l’efficienza, la coerenza (uniformità), la pertinenza e il valore aggiunto dell’Ue”, si legge ancora nel testo. Obiettivo della valutazione d’impatto, invece, è “individuare e analizzare, dal punto di vista sia quantitativo che qualitativo, gli effetti (positivi e negativi) che dovrebbero avere le varie opzioni in termini di miglioramento della protezione della salute umana e dell’ambiente, nonché i costi economici, l’impatto sul mercato unico e le conseguenze di ordine sociale, compresi, ove possibile, gli effetti nei paesi terzi e le implicazioni per le dogane”.