La crisi dell’Est europeo continua a riverberarsi sulle quotazioni dei prodotti energetici. E, nel frattempo, avanza il timore che, in conseguenza del prosieguo delle operazioni militari russe in Ucraina, vi possano essere dei consistenti (ulteriori) rincari delle nostre bollette, con una nuova stima che le vedrebbe aumentare fino al «160%» in più, rispetto ai costi attuali.
In mattinata, il prezzo del gas metano, dopo aver toccato il record storico di 200 euro (esattamente 199,99) al Megawattora, sui mercati, è sceso sotto quota 170 con il future Ice Ttf, che è il riferimento della materia prima per l’Europa. In un clima che, col passare delle ore, rimane sempre molto volatile e assai nervoso, il prezzo sta oscillando sui valori della chiusura di ieri delle Borse, ossia è poco sopra i 165 euro al Mwh.
Nello scenario attuale adottare «il prima possibile» la proposta della Commissione europea sugli stoccaggi comuni di gas «è cruciale», ha affermato oggi la commissaria Ue all’Energia Kadri Simson, parlando ai deputati della commissione Industria dell’Europarlamento. L’organismo di Bruxelles, ha aggiunto, «sta lavorando a misure che possono essere prese nel breve e medio termine, che presenteremo la prossima settimana» ed «è pronto a proporre misure straordinarie in caso di escalation dei prezzi che minaccino la resilienza della nostra economia e della nostra società», ha incalzato.
Come accennato, il conflitto in Ucraina, partito il 24 febbraio scorso, secondo la Confcommercio, ha innescato una forte instabilità al rialzo dei prezzi dell’energia, già in atto, da mesi, con incrementi di circa il 50% delle quotazioni del gas e dell’elettricità sui mercati internazionali. Per l’organizzazione si prospetta per le imprese del terziario di mercato dei settori del commercio, della ricettività e della ristorazione in caso di un aggravamento del conflitto, con l’eventuale interruzione delle forniture di gas dalla Russia, «una spesa energetica di quasi 30 miliardi di euro nel 2022, con un incremento di oltre il 160%, rispetto al 2021».
Per ciò che concerne i carburanti, il prezzo del petrolio macina nuovi record, spingendo «il gasolio oltre 1,8 euro al litro. Con il conflitto in corso per l’autotrasporto si rischia una maggiore spesa annua di 21 miliardi. Sono dunque sempre più urgenti misure strutturali per risolvere i nodi del nostro sistema energetico», evidenzia la Confcommercio, laddove «il prezzo del gas, quello più esposto alla crisi degli ultimi mesi a inizio febbraio, era intorno a 80 euro per Megawattora, per salire a 120 euro il giorno dell’inizio del conflitto e toccare, in questi ultimi giorni, punte anche superiori a 170 euro, livelli incomparabili con i 25 euro di un anno fa».
Nel dibattito, infine, s’inserisce l’appello di oltre 40 scienziati italiani (riunti nel gruppo Minds for One Health), che chiedono al Governo italiano «una risposta diversa all’emergenza energetica: rinnovabili, risparmio energetico e mobilità sostenibile».