Struttura tecnica nazionale: tre anni di attività per la Protezione civile
Dal rischio sismico al supporto tecnico in tutti i recenti eventi calamitosi, fino alla formazione dei professionisti. Con questo bilancio si sono celebrati oggi all’Auditorium “Elio di Cicco” del Dipartimento della Protezione Civile i tre anni di attività della Struttura tecnica nazionale, una realtà che coopera a supporto del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e delle Strutture della Protezione civile delle Regioni e Province Autonome e di cui fanno parte sette professioni categorie tecniche (periti industriali, ingegneri, architetti, geologi, dottori agronomi e forestali, periti agrari e geometri).
All’incontro di oggi dal titolo “Il concorso della comunità dei tecnici professionisti alle attività di Protezione Civile” hanno partecipato il Ministro della Protezione Civile Nello Musumeci, il Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio e i rappresentanti delle categorie professionali tra cui il vicepresidente del Consiglio nazionale dei Periti Industriali Sergio Comisso.
Ruolo attivo in questo confronto ha avuto la Struttura Tecnica Nazionale, rappresentata dal Presidente Felice Monaco che ha avuto modo di illustrare l’attività svolta da questo organismo dei professionisti.
Monaco ha ricordato come l’ idea di un coordinamento tra i Consigli Nazionali per avere un unico soggetto di riferimento per il Dipartimento Nazionale sia nata già nel 2017 ma che ci siano voluti altri tre anni per la sua realizzazione concreta. Monaco ha illustrato l’attività del primo triennio della STN, focalizzato in particolare sulla formazione di valutatori Aedes. E’ stato organizzato almeno un corso per ogni Regione (in totale 28 corsi), abilitando 1112 professionisti. “In questi anni – ha detto – si sono succedute varie attività sul campo, sia esercitative (nazionali e regionali) sia di vera mobilitazione, a cui i 4425 tecnici iscritti alla Struttura Tecnica Nazionale hanno sempre partecipato con professionalità e grande spirito di collaborazione. Siamo partiti ad operare insieme dal rischio sismico, sia per quanto vissuto durante il 2016 con il Sisma Centro Italia, sia perché a livello normativo il rischio sismico è l’unico rischio in cui tutto il processo operativo è regolamentato. Stiamo completando il processo di organizzazione sul territorio con la costituzione delle STN Regionali di coordinamento e le Sezioni Operative”.
Monaco ha quindi illustrato le successive linee di sviluppo. Si parte da strutturare le azioni per consolidare la partecipazione e la formazione dei professionisti in tutti i 9 rischi presidiati dalla protezione civile. Poi occorre prevedere la mobilitazione di STN anche nella fase 0 per il supporto tecnico sia per le verifiche speditive che per l’affiancamento agli Enti locali e la partecipazione ai comitati di coordinamento delle emergenze. Bisogna completare l’iter per la sottoscrizione della convenzione “tipo” a livello nazionale laddove siano definite le “regole di ingaggio”, in modo che possa essere di riferimento e declinata a livello Territoriale. Occorre consolidare le azioni di confronto e concertazione con tutti gli Enti e le Strutture del Servizio nazionale della protezione civile anche nella fase di prevenzione. Infine, vanno attivati percorsi di partecipazione a bandi e progetti ed iniziative anche di relazioni a livello internazionale con organismi omologhi per meglio connotare il ruolo e la presenza nei vari scenari della Struttura Tecnica Nazionale.