Un patto per lo sviluppo delle comunità energetiche nella regione Veneto. Che rappresenti un modello da esportare, successivamente, in tutto il territorio nazionale. A siglarlo il Consiglio nazionale dei periti industriali e dei periti industriali laureati, l’Anci Veneto e Ancitel Energia e Ambiente con l’obiettivo di mettere in campo azioni orientate alla promozione dell’efficienza energetica, all’uso delle energie rinnovabili e ovviamente alla costituzione di Comunità energetiche rinnovabili.
L’iniziativa è stata annunciata oggi a Mestre in occasione dell’evento “Le comunità energetiche, motore di innovazione e di sviluppo. Il ruolo dei professionisti”, alla presenza tra gli altri dell’assessore all’urbanistica del Comune di Venezia Massimo De Martin, dei rappresentati parlamentari, degli operatori del settore (Federesco GSE), dei professionisti e degli esperti a livello nazionale in tema di energia. L’evento, voluto dal Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati e realizzato in collaborazione con Ancitel Energia e Ambiente srl, rappresenta la seconda tappa (dopo Napoli) di una serie di appuntamenti sul territorio nazionale che toccheranno poi le città di Milano, Firenze, Palermo, Bari per approfondire e diffondere il nuovo modello di sviluppo dato dalle comunità energetiche e le relative opportunità ambientali, sociali ed economiche.
Mentre quindi Governo e Parlamento hanno fatto la loro parte stanziando con il Piano nazionale di ripresa e resilienza oltre 2, 2 miliardi di euro per la concessione di finanziamenti a tasso 0 fino al 100% dei costi ammissibili per lo sviluppo delle comunità energetiche nei piccoli comuni (sotto i 5mila abitanti), le amministrazioni comunali non vogliono essere da meno. Del resto dopo l’attuazione delle direttive europee e nazionali (si attende ora il decreto attuativo del Mite per sfruttare i miliardi previsti dal Pnrr), la palla passa proprio agli enti locali a cui di fatto è affidato il compito di sviluppare in concreto una nuova cultura della sostenibilità sul territorio.
Proprio da queste premesse nasce l’idea di un Protocollo d’intesa per lo sviluppo di attività informative, per supportare i comuni ad adeguare le normative esistenti e per affiancarli nella pianificazione di soluzioni mirate e strategiche nel nome dello sviluppo sostenibile.
In attesa della conclusione del processo normativo, è indispensabile, infatti, che comuni e regioni siano sostenuti in questo processo, perché ha dichiarato Estella Pancaldi, responsabile funzione promozione e assistenza alla Pa del Gse, “è stata fino ad ora proprio la complessità del sistema a rallentarne il processo. Le comunità energetiche puntano ad avvicinare la produzione al consumo, ma dietro questa operazione c’è un iter sociale-tecnico-giuridico che talvolta non ne facilita la realizzazione dei progetti”. “La forma giuridica delle comunità energetiche”, ha spiegato Andrea Baldanza, magistrato della Corte dei Conti, “va ben indentificata, considerando che si deve parlare di comunità energetiche al plurale, visto che sono tanti i soggetti che possono realizzarle. Per farle sono presenti tutta una serie di regolamenti e strumenti di pianificazione che se ben attuati possono agevolarne lo sviluppo, se dimenticati possono invece rallentarne il processo”.
“Quello che è certo”, ha dichiarato Paolo Arrigoni, membro della XIII Commissione del Senato, “è che con il PNRR il Governo ha scommesso molto sulle comunità energetiche. Le opportunità offerte dalla loro costituzione, infatti, sono molte, dai benefici ambientali e a quelli economici, fino a quelli sociali, perché è un modo per venire incontro alla povertà energetica. Ora si tratta di diffondere il modello dal punto di vista culturale e formativo, in questo senso i professionisti tecnici sono fondamentali”. “Lo strumento delle comunità energetiche”, ha aggiunto il presidente della X Commissione Senato Gianni Pietro Girotto, “ha delle potenzialità immense, e necessita, ora che i provvedimenti si stanno perfezionando, di un processo di accompagnamento verso tutti i soggetti che ne possono essere coinvolti, dai privati (ora la norma è stata aperta anche ai condomini), agli enti pubblici -che hanno molti fondi a disposizione da mettere in campo su questo tema- fino ai professionisti stessi”.
“La nostra società”, ha chiuso Giuseppe Rinaldi Consigliere Delegato di Ancitel Energia e Ambiente “è da sempre impegnata in prima linea su queste tematiche, grazie alle sinergie tra diversi stakeholder e alle competenze del gruppo di lavoro messo in campo, per portare ai territori soluzioni che permettano di sfruttare al meglio le possibilità offerte dalle nuove norme di legge e i relativi finanziamenti”.
“Quello delle comunità energetiche è un tema che sta particolarmente a cuore del Consiglio nazionale dei Periti Industriali” ha commentato Giovanni Esposito presidente del Consiglio nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati: “si tratta, infatti, di un modello virtuoso che ci permette di efficientare i consumi energetici nelle aree urbane più bisognose, peraltro in un periodo di grande instabilità dei prezzi delle bollette per famiglie e imprese, e di ridurre l’inquinamento ambientale promuovendo uno sviluppo locale sostenibile. Dobbiamo uscire dal vecchio paradigma dell’ordine professionale lontano dalla realtà concreta per diventare sempre di più quei soggetti che trainano la transizione economica. Siamo i protagonisti di questo nuovo dopoguerra tecnologico”.
La tappa di Venezia è stata anche l’occasione per presentare il progetto del Cnpi “Illuminare la speranza, un’iniziativa, ha ricordato il Consigliere Cnpi Stefano Colantoni “che prevede la realizzazione di un impianto energetico rinnovabile realizzato e donato di concerto con le istituzioni comunali, ad una comunità, un fabbricato, un condominio o una scuola che avrà così la possibilità di autoprodursi energia pulita azzerando i costi della bolletta. Il tutto con la progettazione dei professionisti tecnici”.