Il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 è uno dei tasselli prioritari sul quale si fonda il Recovery Fund italiano. Pensata per ridurre il gap con le altre nazioni europee e rilanciare il tessuto industriale ed economico del Paese sul versante dello sviluppo tecnologico, l’agenda destinata a Industria 4.0, ora Transizione 4.0, è oggi potenziata dalla Manovra 2021 con circa 24 miliardi di euro agganciati al Recovery Plan.
L’obiettivo è semplice: favorire e accompagnare le imprese nel processo di transizione tecnologica e di sostenibilità ambientale, rilanciando il ciclo degli investimenti penalizzato dall’emergenza sanitaria. In questa partita i professionisti giocano un ruolo per accompagnare le imprese italiane verso un rinnovamento epocale.
La consulenza finalizzata alla perizia tecnica che i periti industriali possono effettuare ai fini dell’accesso al credito d’imposta, (l’ex iperammortamento) da parte delle imprese che investono nello sviluppo tecnologico non rappresenta infatti un grande tassello delle opportunità che si verranno a creare nei prossimi anni in termini di consulenza specialistica alle pmi, chiamate a ridisegnare i propri processi produttivi in una logica di efficienza, interconnessione e sicurezza. Proprio per essere pronti a gestire questa crescente innovazione tecnologica il Cnpi ha creato uno specifico gruppo di lavoro finalizzato ad offrire ai periti industriali tutti gli strumenti necessari ad erogare i servizi professionali previsti dalla normativa vigente.
Affinchè il meccanismo funzioni la task force di esperti di categoria ha individuato tre modifiche al programma: innanzitutto occorre prolungarne la vigenza per un arco temporale più lungo. Il Paese, infatti, necessita di misure di politica industriale sostenibile e di innovazione di ampio respiro, non concentrate su programmi e incentivi rinnovati di anno in anno. Un altro snodo fondamentale i è quello di sostituire la perizia asseverata con la firma digitale, per risparmiare tempi e costi garantendo lo stesso valore legale. Infine è indispensabile che le imprese vadano oltre la logica del “semplice” credito d’imposta mettendo a sistema le competenze dei periti industriali per portare a compimento il processo di innovazione necessario.