Il percorso sull’equo compenso dovrà avvenire celermente
Al tavolo sul lavoro autonomo, il percorso della disciplina sull’equo compenso per le prestazioni libero-professionali, si è detto che dovrà avvenire celermente, a palazzo Madama (così come avvenuto alla Camera, il 25 gennaio scorso). E, in un secondo momento, si potranno ideare delle correzioni, sia per l’allargamento della platea dei clienti, sia per il «restyling» del sistema sanzionatorio. Se ne è dibattuto stamattina, al ministero del Lavoro, nel corso del tavolo sull’occupazione autonoma promosso dal ministro Maria Calderone, cui hanno preso parte esponenti di ProfessionItaliane (l’agglomerato di 23 Ordini e Collegi), dell’Adepp (l’Associazione di 20 Casse di previdenza e assistenza private) e di Confprofessioni (la Confederazione che raggruppa 21 associazioni), che hanno consegnato alla titolare del dicastero un documento contenente delle proposte unitarie.
In merito alla giusta remunerazione dei rappresentanti delle diverse categorie, il testo evidenzia come si valuti «positivamente la volontà politica di approvare, in brevissimo tempo, il progetto di legge già trasmesso al Senato per la seconda lettura. Tuttavia», si preme per alcune specifiche correzioni, in un secondo momento: l’estensione a tutti i committenti dell’obbligo del rispetto della legge sull’equo compenso, nonché un intervento sull’impianto sanzionatorio, perché «l’equo compenso è un diritto soggettivo del professionista e rappresenta una tutela a suo favore nei confronti dei committenti forti.
In tal senso è congegnato l’intero sistema normativo, che, non a caso, prevede che la relativa azione giudiziaria competa al solo professionista parte lesa. Pertanto, si propone la modifica della norma sull’adozione di norme deontologiche riferite all’obbligo dei parametri dei compensi riconducendole al rispetto delle norme generali di codice civile (art.2233) sull’adeguatezza all’importanza dell’opera e al decoro della professione», precisano i vertici di Ordini e Collegi, Enti previdenziali e associazioni.
Sussidiarietà
Altro argomento su cui è stata sollecitata l’azione ministeriale, va avanti il dossier, è quello della sussidiarietà, considerata «un principio fondamentale», essendo stato verificato che, «quando alcune funzioni vengono delegate dalla Pubblica Amministrazione ai professionisti, si realizza un vero e proprio processo di semplificazione delle procedure, che tutti auspichiamo». Nel «Jobs act del lavoro autonomo», la legge 81/2017, si ricorda che si assegna al sistema ordinistico «una importante responsabilità: coadiuvare la Pubblica amministrazione, senza aggravi di costo per lo Stato, ad erogare servizi rapidi e di maggiore qualità in una prospettiva di recupero di efficienza della struttura pubblica.
È essenziale che alla normativa in materia di sussidiarietà venga data rapida e completa attuazione, con l’emanazione di decreti che stabiliscano quali sono le funzioni che la Pubblica amministrazione può delegare ai professionisti» che, viene puntualizzato nel documento, «devono diventare l’interlocutore imprescindibile del Governo e delle Regioni». Nei prossimi giorni, infine, si è appreso che ProfessionItaliane, l’Adepp e Confprofessioni stileranno una proposta emendativa specifica per rendere più vantaggiosa la costituzione di Società fra professionisti (Stp) da sottoporre a Calderone.
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