Casse di previdenza dell’area tecnica in soccorso dei propri associati, con l’avanzare dell’emergenza pandemica: Eppi (l’Ente dei periti industriali) e Inarcassa (l’Istituto degli architetti e degli ingegneri) mettono, infatti, a disposizione risorse ingenti per la protezione della salute ed il rilancio del lavoro, con l’intento di far superare la fase emergenziale alle proprie platee con i minori danni possibili. Fino al 28 febbraio prossimo i periti industriali potranno richiedere (telematicamente su www.eppi.it) aiuti per eventi avvenuti tra il 2020 e il 2021, grazie ad un finanziamento complessivo di 3,15 milioni di euro. In caso di contagio da Covid-19 accaduto tra ottobre 2020 e dicembre 2021 il sussidio «varia da 1.500 a 5.000 euro, a seconda del malaugurato evento succedutosi al contagio (isolamento, ricovero, ricovero in terapia intensiva o decesso)» ed il contributo è esteso anche ai componenti il nucleo famigliare dell’iscritto, con un importo ridotto al 60%.
Per supportare gli iscritti sul versante professionale, poi, c’è la possibilità di ottenere «la compensazione di spese sostenute nel 2021 per l’acquisto di strumentazione tecnico-informatica», e sono disponibili quasi 1,3 milioni, nella consapevolezza, fa sapere l’Ente presieduto da Valerio Bignami, che «il dotarsi di nuove attrezzature hardware e software abbia costituito per il professionista una delle principali uscite di spesa in tempi di pandemia»; a seguire, l’Ente sostiene «quei professionisti che, nel 2021, con coraggio, abbiano assunto dipendenti part-time o full-time» e coloro che abbiano sostenuto spese connesse all’avvio di una associazione professionale, o di una Società tra professionisti (Stp).
È, inoltre, previsto un contributo per i periti industriali che «abbiano sostenuto spese nel 2021 per il conseguimento di certificazioni di competenze professionali e/o nell’ambito dei sistemi di qualità».
Quanto agli ingegneri e architetti, in considerazione del perdurare della pandemia, è stata prolungata la scadenza dei finanziamenti con contributo in conto interessi al 100% a carico di Inarcassa e dei sussidi per il contagio da Coronavirus: sarà, dunque, possibile accedervi fino al 31 marzo. Nel primo caso l’importo sovvenzionabile va da un minimo di 5.000 ad un massimo di 50.000 euro: il finanziamento può essere concesso per «qualsiasi esigenza di liquidità nello svolgimento dell’attività professionale connessa all’attuale stato di crisi, per l’anticipazione dei costi da sostenere per progetti e interventi da effettuarsi a fronte di committenze di uno o più incarichi professionali, per il pagamento dei fornitori per spese necessarie allo svolgimento dell’attività professionale e per la regolarizzazione della posizione contributiva» degli iscritti. Per ciò che concerne, invece, l’aiuto per chi ha contratto il Covid-19, Inarcassa precisa che il sussidio viene corrisposto una sola volta per ciascun nucleo familiare, con riferimento all’evento di maggiore gravità accertato: ammonta a 5.000 euro in caso di decesso, a 3.000 in caso di ricovero, a 1.500 per contagio, o sospetto contagio da Covid-19 senza ricovero, con esclusione dei soggetti asintomatici, che abbia comportato l’impossibilità ad esercitare la libera professione per almeno 21 giorni.
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