La stretta sulla cessione dei crediti per le agevolazioni edilizie contenuta nel decreto Sostegni-ter “potrebbe costituire una misura efficace per il contrasto alle frodi nel settore”, tuttavia la restrizione introdotta “appare altresì suscettibile di ridurre in modo significativo – per la sua portata rispetto alla disciplina previgente – le concrete possibilità di accesso al finanziamento degli interventi agevolati” e dar luogo così “a ricadute in ordine all’entità degli investimenti futuri nel settore”.
L’allarme arriva dal Dossier del Servizio Bilancio del Senato sul disegno di legge di conversione del decreto sostegni ter. Secondo i tecnici di Palazzo Madama, infatti, il nuovo meccanismo di compensazione delle variazioni di prezzo dei materiali rischia di “determinare, in caso di incremento dei prezzi, un impatto sui saldi di finanza pubblica differente rispetto a quello già scontato a legislazione vigente”. Un principio che il dossier messo a punto chiede di chiarire.
In particolare i tecnici sottolineano come nella stima degli effetti finanziari associati alle detrazioni fiscali ad esempio del Superbonus, “sono stati sempre contabilizzati nei saldi di finanza pubblica le maggiori entrate a titolo di Iva, Irpef/Ires ed Irap che sono state ipotizzate come ascrivibili all’effetto correlato alla spesa indotta (ossia i maggiori investimenti nel settore). Tali effetti positivi stimati – sottolineano i tecnici – potrebbero risentire della forte riduzione introdotta con il provvedimento in commento circa le possibilità di cessione dei crediti di imposta, per cui appare opportuno acquisire la valutazione sul punto. Si suggerisce pertanto un approfondimento in ordine al profilo evidenziato al fine di poter riscontrare l’affermazione che si legge in Relazione tecnica per cui le disposizioni in commento non recano maggiori oneri per la finanza pubblica”.