Il governo di Giorgia Meloni, concentrato sull’urgenza di reperire (il più possibile) risorse, in vista della stesura della Legge di Bilancio autunnale, mette sul banco degli imputati il Superbonus, l’incentivo per le ristrutturazioni in edilizia all’insegna dell’efficientamento energetico
Ed è la stessa presidente del Consiglio, nel giorno della prima riunione dell’Esecutivo dopo la pausa agostana, ad usare parole nette contro la misura agevolativa fino al 110% voluta strenuamente dal M5s. E varata dal predecessore a palazzo Chigi Giuseppe Conte: «Non possiamo permetterci sprechi, stiamo pagando in maniera pesante il disastro del Superbonus», ha scandito nel tardo pomeriggio di ieri, sollecitando il titolare del dicastero dell’Economia Giancarlo Giorgetti ad «illustrarci i numeri di questa tragedia contabile, che pesa sulle spalle di tutti gli italiani.
Nel complesso dei bonus edilizi introdotti dal governo Conte 2, compreso il bonus facciate, i documenti dell’Agenzia dell’Entrate ci dicono esserci più di 12 miliardi di irregolarità. Alla faccia di chi accusa il centrodestra di essere «amico» di evasori e truffatori. Grazie a norme scritte malissimo si è consentita la più grande truffa ai danni dello Stato», ha sottolineato Meloni.
Lo scorso anno, ha precisato la premier, l’emergenza energetica «ha assorbito due terzi della manovra economica», ma «questo non ci ha impedito di lanciare alcuni segnali importanti e di tracciare una direzione: penso al taglio del cuneo fiscale, o alle risorse che abbiamo scelto di destinare alla famiglia, a partire dall’aumento dell’assegno unico. Misure che hanno tracciato una direzione. Direzione che ora dobbiamo consolidare e rafforzare», ha aggiunto.
In una lunga stagione contraddistinta dai fenomeni meteorologici avversi, inoltre, il Consiglio dei ministri di ieri ha deciso di indirizzare quasi 35 milioni per gli interventi da realizzare sul territorio dopo le calamità naturali: in particolare, i fondi dovranno coprire gli effetti delle intese grandinate, che si sono verificate tra maggio e agosto in varie aree del Nord Italia. È stato, dunque, deliberato lo stato di emergenza per 12 mesi, dopo la relazione del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci nelle zone funestate di Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, nonché per i territori delle province di Teramo, Pescara e Chieti, di Cuneo, e per le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì Cesena.
L’Esecutivo ha, poi, prorogato di ulteriori 12 mesi lo stato di emergenza in conseguenza degli eventi meteorologici verificatesi tra luglio e agosto dello scorso anno nel comune di Monteforte Irpino, in provincia di Avellino, nei comuni di Braone, Ceto e Niardo, in provincia di Brescia (Lombardia), nel territorio dell’isola di Stromboli, nel Comune di Lipari; prorogato anche lo stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi climatici verificatisi a partire dal 15 settembre 2022 in parte del territorio delle province di Ancona e Pesaro-Urbino e nel territorio dei comuni ricadenti nella parte settentrionale della provincia di Macerata, limitrofi alla provincia di Ancona, nonché nel territorio dei comuni di Camerino, di Montecassiano e di Treia, in provincia di Macerata.