Sul Superbonus il Governo si confronti con chi lavora per farlo funzionare: i professionisti
In attesa che il Governo prenda una decisione sul destino del Superbonus, molti operatori finanziari, banche comprese, hanno sospeso l’accesso alle diverse piattaforme per l’inserimento di nuove pratiche, imponendo un ulteriore freno all’utilizzo dei bonus per la riqualificazione del nostro patrimonio edilizio.
A dare un’altra stoccata al sistema ci ha pensato proprio negli ultimi giorni la Corte di Cassazione, che attraverso diverse sentenze ha evidenziato nuove lacune sul meccanismo di cessione dei crediti. La frenata arriva però anche dalla necessità di prendere tempo in attesa delle modifiche normative sul sistema degli incentivi che dovrebbero arrivare con l’imminente legge di Bilancio.
Certo è che quella che sembrava una grande opportunità di rilancio per il nostro paese sta diventando un meccanismo infernale fatto di regole in continuo mutamento e di responsabilità che gravano su molti, professionisti tra i primi.
Perché se per il cittadino l’incentivo resta un’occasione irripetibile per riqualificare il proprio immobile, per le banche un modo per fare cassa e per il Governo un investimento per far girare l’economia, per il professionista è diventato ormai un vero calvario.
Tutti i professionisti che hanno deciso di scendere in campo con il Superbonus si sono fatti carico in questi due anni di un immenso lavoro di progettazione, di studi di fattibilità, di pratiche presentate e perché no, anche di informazione verso il cittadino, la più puntuale ed esaustiva possibile. Tempo e risorse per garantire la migliore prestazione professionale che rischiano di essere vanificate con un colpo di spugna e con l’incognita di non vedersi riconosciuto neppure il giusto compenso. Forse molti non sanno, infatti, che la prestazione del professionista rientra tra le voci di spesa coperte dal bonus che se non concesso vanifica l’intera operazione.
Senza contare tutti gli adempimenti e obblighi – basti pensare a una nuova polizza per coprire questa fattispecie di attività – a cui i professionisti sono stati sottoposti per legge. L’ultima trovata, per fortuna non andata a buon fine, era stata quella della video-asseverazione con la quale i tecnici avrebbero dovuto attestare lo stato delle opere eseguite.
C’è davvero del rammarico nell’osservare come ci si dimentichi costantemente dei professionisti e non si ascoltino le relative proposte che sono a beneficio di tutti. Non si può dimenticare, infatti, che sono loro i soggetti garanti dell’intera operazione nei confronti dello Stato, senza i quali nessun lavoro di riqualificazione energetica o adeguamento sismico sarebbe possibile.
Se vogliamo che questo potenziale strumento funzioni davvero senza ulteriori frenate forse varrebbe veramente la pena ascoltare e aprire un confronto con chi costantemente ogni giorno è al lavoro per farlo funzionare al meglio: i liberi professionisti italiani.