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Evitiamo che la burocrazia vanifichi i benefici degli incentivi fiscali per l’edilizia

da | 2 Dic 2021 | Il punto

Può la crisi che ci siamo appena lasciati alle spalle essere davvero motore d’opportunità, occasione per presidiare produttività e posti di lavoro? Si, può. A patto che si riescano a cogliere le opportunità di risorse e di strumenti messi a disposizione del Governo. Uno di questi, al centro dell’attenzione ormai da mesi, ed è quello del superbonus al 110%. Sulla capacità di far funzionare quel meccanismo -una rivoluzione per consentire alla nostra economia di continuare a creare valore- si gioca la credibilità del Paese. Si tratta di un shock mirato, per dare nuovo impulso all’edilizia privata favorendo la sostenibilità: un sistema che consente di effettuare lavori antisismici e di efficientamento energetico ottenendo una detrazione superiore alla somma spesa o uno sconto totale in fattura cedendo il credito di imposta. Quindi case più sicure, virtuose ed efficienti, senza spesa alcuna. Tutto bene quindi. Non del tutto. Perché le ultime norme appena approvate, il DL antifrode, e la Legge di Bilancio in corso di approvazione, rischiano di bloccare l’incentivo in tutto il suo potenziale. Il mix di questi due provvedimenti, infatti, crea incertezza sui tempi, giacchè le scadenze delle varie tipologie di bonus saranno rese note solo quando sarà approvata la Legge di Bilancio 2022, ma anche sui modi a causa dei nuovi adempimenti obbligatori dovuti dal Dl antifrodi.

Questo non significa essere contrari a tutti gli strumenti necessari a contrastare un indebito utilizzo degli incentivi fiscali, ma sono le modalità a preoccupare. L’introduzione dell’obbligo retroattivo del visto di conformità e dell’asseverazione della congruità dei costi anche alle iniziative in corso ha provocato il blocco dell’operatività delle piattaforme che gestiscono le cessioni dei crediti d’imposta da bonus edilizi, gettando nella più ampia incertezza gli operatori e i contribuenti interessati dagli interventi agevolati. A tal proposito appaiono insufficienti i chiarimenti forniti in questi giorni dall’Agenzia dell’Entrate perchè non risolvono il problema complessivo della retroattività, che viene eliminata solo per i pagamenti eseguiti entro l’11 novembre lasciando quindi fuori tutti i lavori in corso.

Dunque se da un lato siamo certamente favorevoli al rafforzamento e all’estensione a tutte le iniziative – presenti, passate e future – dell’attività di controllo e di prevenzione dell’utilizzo illecito dei bonus edilizi, dall’altra chiediamo con forza che l’applicazione delle nuove procedure operative sia limitata ai soli interventi avviati successivamente all’emanazione di tutti i provvedimenti.

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È determinante che Governo e Parlamento intervengano per evitare rallentamenti nel percorso di crescita del Paese trainata in larga parte dalle misure adottate nel 2020, che stanno cominciando proprio ora a produrre gli effetti auspicati in linea con gli obiettivi di sostenibilità indicati dall’Europa e dal Piano di ripresa e resilienza.

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