Nessuna proroga
Nessuna proroga per il Superbonus al 100%. Parola del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. Il braccio destro del premier Meloni ha fatto sapere ieri arrivando a Palazzo Chigi che l’incentivo resterà al 90% senza alcuna proroga, anche perché ha detto “non è quello il problema: il problema sono i crediti di imposta, stiamo tentando di trovare su questo una soluzione”.
Poche parole per mettere la parola fine alle possibilità circolate negli ultimi giorni di rivedere tempi e modi dell’incentivo, in particolare la presentazione delle Cilas (i cui termini sono ormai scaduti lo scorso 25 novembre). Fazzolari ha spiegato che “110% o 90% cambia che l’inquilino che deve fare 10mila euro di lavori prima non pagava niente e ora deve pagare 1000 euro, ma per chi è in difficoltà interveniamo con un apposito fondo. Si confondono i due temi che sono diversi. Dobbiamo trovare un meccanismo per cui le banche possano prendersi questi crediti senza mandare all’aria i conti pubblici. Vale 60 miliardi, non può pagare lo Stato”.
Il nodo dei crediti
Resta il nodo dei crediti quello da sciogliere, anche perchè le divere soluzioni immaginate finora comportano il rischio che questi possano essere conteggiati, in base ai criteri Eurostat, come debito pubblico. L’ipotesi circolata è quella di consentire alle banche di comprare nuovi crediti fiscali legati alle ristrutturazioni senza appesantire i bilanci dello Stato. Ma la partita è ancora tutta da giocare.
Nel frattempo ieri la Rete delle professioni tecniche è tornata con una lunga nota a chiedere precise modifiche finalizzate a migliorare e facilitare la gestione della circolazione dei crediti. Innanzitutto la possibilità che correntisti (privati o professionali) o enti di previdenza rientrino a pieno titolo nel meccanismo di acquisizione del credito: nel primo caso modulando il lasso temporale di utilizzo di tali crediti, anche con clausole che consentano di recuperare quelli non ceduti nel periodo corrispondente, nel secondo caso, cioè per per gli Enti di previdenza Ordinistici di svolgere sia una funzione di garanzia nella cessione dei crediti che di acquisizione dei medesimi se maturati dai professionisti iscritti.
Le rete chiede anche al Governo di ipotizzare meccanismi di incentivazione fiscale “che possano calmierare i costi delle cessioni, evitando improprie speculazioni da parti di soggetti” e infine di poter usufruire del credito non utilizzato nell’anno fiscale, anche in quelli successivi”.