Dai professionisti alle imprese e associazioni di categoria un solo obiettivo: disincagliare i crediti
Il «nodo» principale del «restyling» governativo del Superbonus per gli interventi per l’efficientamento energetico è sempre lo stesso, a giudizio di quanti (fra professionisti, imprese ed associazioni di categoria) sono coinvolti nei lavori effettuati attraverso l’incentivo: disincagliare i crediti. È quanto espresso oggi, in Commissione Finanze, alla Camera, dove sono sfilati i rappresentanti di diversi «protagonisti» del mondo edilizio e, in generali, di quanti, dal 2020 in avanti, hanno operato con e grazie allo sgravio fiscale deciso dall’Esecutivo di Giuseppe Conte per rilanciare le costruzioni e per «ammodernare» il patrimonio degli edifici del Belpaese.
Il Consiglio nazionale dei commercialisti condivide quanto affermato da Ance e Abi: una proposta di una proroga più ampia
A parlare, tra gli altri, gli esponenti del Consiglio nazionale dei commercialisti che, dinanzi ai deputati, hanno affermato di condividere quanto è stato ventilato dall’Ance (costruttori) e Abi (bancari) «circa la possibilità di estendere, in tempi estremamente rapidi, il perimetro della compensazione delle banche anche agli F24 che raccolgono per conto dei loro clienti, con una percentuale sostenibile e ragionevole. Questa è la vera misura, fondamentale, che potrebbe aiutare a risolvere il problema dei crediti incagliati», hanno specificato, invocando, a questo punto, «una proroga più ampia, almeno al 28 aprile rispetto al 31 marzo 2023, del termine per la presentazione delle comunicazioni per l’opzione della cessione del credito e lo sconto in fattura, riguardo le spese sostenute nel 2022, in modo da concedere più tempo a contribuenti e banche per perfezionare quante più acquisizioni possibili».
Da Confedilizia altri suggerimenti necessari come trasformare la detrazione in credito d’imposta
È necessario, s’è inserita Confedilizia (proprietari di immobili), «consentire fino al 30 aprile l’utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura e mantenere questo meccanismo per gli interventi nelle unità immobiliari indipendenti, che riguardano nel 2023 le famiglie a basso reddito», permettendo, inoltre, è stato rilanciato in audizione, l’utilizzo del Superbonus «al 110% o al 90% anche per le spese sostenute fino al 30 giugno 2024», nonché «prevedere, in capo ai beneficiari, la possibilità di trasformare la detrazione in credito d’imposta e disporre che le detrazioni non usufruite nel corso dell’anno di riferimento possano essere usate in anni successivi». Altrettanto valido, poi, sarebbe «mantenere forme di cessione del credito e sconto in fattura per gli interventi di miglioramento sismico e di eliminazione delle barriere architettoniche».
Confindustria Assoimmobiliare chiede al governo misure per favorire la transizione green
Il meccanismo della cessione dei crediti «si potrebbe applicare ai contribuenti nelle fasce di reddito medio-basse oppure, nel caso di imprese, a quelle di più piccola dimensione»: questa la proposta avanzata, infine, in Commissione, a Montecitorio, da Confindustria Assoimmobiliare, che chiede al governo «misure per favorire la transizione green dei nostri immobili in un’ottica di lungo periodo. Il modello può essere quello utilizzato per le energie rinnovabili: uno stimolo della leva fiscale e il coinvolgimento degli investitori professionali, che non hanno bisogno di un incentivo che copra la totalità dei costi, come sta accadendo in altri Paesi europei». Occorre, infine, è stato sottolineato, «una nuova strategia di medio-lungo periodo per l’intera filiera dell’investimento immobiliare, sostenibile per il bilancio pubblico, per accompagnare in modo graduale e costante la transizione «green» di tutto lo «stock» pubblico e privato del Paese, fino alla completa decarbonizzazione prevista per il 2050».