Dal Ministero della Transizione Ecologica due decreti relativi alla Strategia nazionale per l’economia circolare e al Programma nazionale per la gestione dei rifiuti. Se è vero che l’Italia ha già raggiunto traguardi virtuosi per quanto riguarda l’economia circolare, resta ancora molto da fare invece per la gestione dei rifiuti, per la quale si continuano a pagare sanzioni molto elevate.
La strategia per l’economia circolare, dunque definisce le politiche che il Governo intende perseguire per attuare una transizione effettiva all’economia circolare: l’orizzonte finale è l’eliminazione del concetto di rifiuto, inserendo tutti i prodotti in un sistema in grado di non produrre scarti. Il raggiungimento della neutralità climatica al 2035 è subordinato alla trasformazione radicale dei modelli produttivi, per la quale il MITE ha individuato 5 modelli di business. Il primo modello guarda alle filiere, con l’intento di renderle circolari in ogni passaggio, quindi fin dall’inizio: per far ciò serve facilitare l’accesso ai materiali derivanti dai rifiuti e a materie prime che siano rinnovabili, riciclabili o biodegradabili. Il secondo pone le condizioni per trasformare in senso circolare la nostra economia a partire dall’eliminazione del concetto di rifiuto da smaltire, incentivando invece il recupero e il riciclo degli scarti. Il terzo modello vuole regolare la vita dei prodotti, disciplinando lo sviluppo di merci che durino più a lungo possibile, mentre il quarto prevede l’adozione di una piattaforma per mettere in relazione chi possiede beni di consumo e chi è interessato o ha necessità di usarli. Il quinto infine, si focalizza sulla nozione di proprietà: il prodotto è ora definito quale “servizio” di cui il consumatore è “utente”.
Per progredire nella transizione all’economia circolare, la priorità del governo deve però essere l’armonizzazione del ciclo dei rifiuti, a partire dall’attuazione di una strategia virtuosa. Il programma approvato è lo strumento di indirizzo per le Regioni e province autonome con l’obiettivo di colmare il gap impiantistico, aumentare il tasso di raccolta differenziata e di riciclo e contribuire alla Transizione energetica. Goal principale del programma è fare in modo che, entro il 2035, non sia smaltito in discarica più del 10% dei rifiuti prodotti. l programma è diviso in sei macro obiettivi.
Il primo ambito di intervento riguarda gli impianti: l’obiettivo è ridurre il divario tra le diverse regioni per quanto riguarda la pianificazione, il numero e la qualità degli impianti. Le infrastrutture dovranno rispondere ai principi di sostenibilità, efficienza, efficacia ed economicità, e parallelamente di autosufficienza e prossimità. Secondo obiettivo è la prevenzione del rifiuto, la riduzione dello smaltimento attraverso la preparazione a riutilizzo, riciclaggio e recupero. Il terzo obiettivo guarda, invece, all’ottimizzazione di sistema impiantistico e infrastrutturale, introducendo pianificazioni regionali a partire dai principi di tracciabilità e analisi dei flussi per colmare le attuali lacune. Il quarto obiettivo è dedicato invece al miglioramento degli standard qualitativi di gestione e delle tecnologie attualmente a disposizione. Il quinto obiettivo è invece fare in modo che il ciclo dei rifiuti sia gestito in modo tale da contribuire effettivamente al raggiungimento della neutralità climatica. Infine il sesto macro obiettivo è invece rivolto alla cittadinanza: il governo intende definire azioni di promozione, comunicazione e approfondimento sull’economia circolare e sulla gestione virtuosa dei rifiuti.