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Russia accusata (dai media) di «bruciare il gas non inviato all’Europa», mentre i rifiuti riciclabili possono costituire nuove fonti energetiche

da | 10 Ago 2022 | In evidenza, Primo piano

«La Russia sta bruciando il gas in eccesso che non esporta nei paesi europei»: è quanto riportato dalla testata giornalistica spagnola «El Mundo», che ha citato quanto già diffuso dalla televisione finlandese «Yle», secondo cui le immagini satellitari del sistema di monitoraggio degli incendi della Nasa mostrano le fiamme nella stazione di compressione di Portovaya, di proprietà del colosso energetico del Cremlino Gazprom; il servizio, è stato riferito, mostra incendi non dichiarati vicino alla stazione di Portovaya da metà giugno, cioè dal momento in cui – ha ricordato il media spagnolo – sono state limitate le consegne del corridoio «Nord Stream 1». Oggi, intanto, in un’intervista al quotidiano romano «Il Messaggero», il tema degli approvvigionamenti lo ha trattato il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli: «Ora la nostra prima preoccupazione deve essere di non rimanere al freddo e di evitare di bloccare il sistema nervoso del Paese, fermando in alcuni giorni le centrali termoelettriche», ha spiegato, ricordando poi che «il nostro sistema elettrico dipende per metà dal gas che noi siamo costretti a importare per il 97% del nostro fabbisogno. Quindi, dobbiamo iniziare subito con un piano di razionamenti, forte, incisivo, un piano che può anche spaventare, ma è quello che ci può mettere davvero al sicuro». Secondo Tabarelli, inoltre, «gli stoccaggi di gas sono una condizione necessaria per affrontare l’emergenza, ma non sufficiente per non avere problemi».

Si è, poi, tornato a discutere di come ricavare (e usare) energia dai rifiuti non riciclabili, e di trasformare il cosiddetto «secco» in un «un contributo all’indipendenza energetica del Paese», con un taglio alle emissioni di Co2. «Se debitamente trattati, è possibile ricavare i Combustibili solidi secondari (Css), utilizzabili nelle cementerie italiane in parziale sostituzione di quelli di origine petrolifera» e in grado di garantire «minori emissioni complessive e un contributo alla gestione dei rifiuti», ha fatto sapere Federbeton Confindustria, la federazione delle associazioni del cemento, del calcestruzzo, di componenti per le costruzioni. Dai rifiuti, inoltre, Maire Tecnimont (attraverso la controllata MyRechemical) costruirà a Empoli (Firenze) un impianto che una volta autorizzato processerà 256.000 tonnellate all’anno di «secco» e produrrà 125.000 tonnellate di metanolo (per la mobilità sostenibile o come materia prima seconda nell’industria chimica e manifatturiera) e 1.400 tonnellate di idrogeno (per sostituire il metano nei processi di produzione del vetro e per decarbonizzare le industrie energivore e hard-to-abate).

Infine, sul fronte dei prezzi, stamani vi sono stati i primi scambi in territorio negativo per il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam, il listino di riferimento per l’Europa: il metano era al mattino sui 190 euro al Megawattora, in calo dell’1% rispetto alla chiusura di ieri.

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