Piani urbani integrati ai nastri di partenza
È infatti pronto il modello con cui le città metropolitane potranno individuare gli interventi finanziabili nell’ambito dell’investimento 2.2 della missione M5C2 del Pnrr (Missione infrastrutture sociali, investimento in piani urbani integrati).
Lo scorso 13 dicembre è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del 6 dicembre che indica la strada alle città metropolitane per tutti gli interventi non inferiori a 50 milioni di euro.
Le richieste dovranno essere inviate necessariamente entro il prossimo 7 marzo.
I progetti oggetto di finanziamento dovranno riguardare “investimenti volti al miglioramento di ampie aree urbane degradate, per la rigenerazione e rivitalizzazione economica, con particolare attenzione alla creazione di nuovi servizi alla persona”. Il tutto dovrà andare verso lo sviluppo di temi legati all’ambiente: potranno essere finanziati programmi di manutenzione per il riuso e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di aree pubbliche e di strutture edilizie pubbliche esistenti per finalità di interesse pubblico; piani di miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, “anche mediante la ristrutturazione degli edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo e potenziamento dei servizi sociali e culturali e alla promozione delle attività culturali e sportive” e interventi finalizzati a sostenere progetti legati alle smart cities, “con particolare riferimento ai trasporti ed al consumo energetico, volti al miglioramento della qualità ambientale e del profilo digitale delle aree urbane mediante il sostegno alle tecnologie digitali e alle tecnologie con minori emissioni di Co2”.
Il decreto indica anche ulteriori requisiti obbligatori affinché i progetti vengano accettati: sarà necessario “intervenire su aree urbane il cui Ivsm (Indice di vulnerabilità sociale e materiale) sia superiore a 99 o comunque alla mediana dell’area territoriale”, oltre che “avere un livello progettuale in ogni caso non inferiore alla progettazione preliminare o studio di fattibilità”. Nel caso di edifici, il riuso o la ristrutturazione dovrà garantire l’incremento di almeno due classi energetiche. Si dovrà, inoltre, “assicurare l’equilibrio tra zone edificate e zone verdi”, nonché “potenziare l’autonomia delle persone con disabilità e l’inclusione sociale attraverso la promozione di servizi sociali e sanitari”.
Il decreto presenta quindi il modello per richiedere i finanziamenti; le proposte saranno trasmesse dalle città via pec e dovranno contenere, tra le altre cose, una relazione dettagliata delle finalità dell’intervento e dei benefici attesti, completa della specificazione delle iniziative volte al risparmio energetico, nonché al target obiettivo; un’autodichiarazione sul rispetto dei principi previsti e gli atti amministrativi attestanti le modalità e le procedure attraverso le quali sono stati selezionati i progetti presentati. Le istanze, come detto, dovranno essere presentate “entro il termine perentorio, a pena di decadenza, delle ore 23:59 del 7 marzo 2022”.