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Rigenerazione urbana, per Coima ci sono 54 miliardi in campo

da | 26 Ott 2021 | Costruzione, ambiente e territorio, Notizie

La rivitalizzazione del territorio e delle città del nostro Paese (anche con l’apporto dei professionisti tecnici reclutati dalla Pubblica amministrazione) ha una «dote» ragguardevole.

Più di 54 miliardi di euro di capitali che, sulla base delle sei missioni che rappresentano l’«ossatura» del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), potranno creare benefici ambientali, economici e sociali. Ma, se si vanno ad includere gli investimenti nelle infrastrutture, «la cifra potrà superare gli 85 miliardi». È quanto è emerso dalla decima edizione del Coima Real Estate Forum, che si è tenuto a Roma, durante il quale sono stati presentati i risultati di una ricerca, secondo cui questi capitali «potrebbero generare l’avvio di un importante processo di rigenerazione del territorio su base nazionale, che potrebbe coinvolgere una parte del patrimonio pubblico immobiliare, oggi pari ad oltre 350 milioni di metri quadri, controllato dai diversi organismi che fanno parte della Pubblica amministrazione che necessita di interventi di riqualificazione».

Lo Stivale, è stato messo in evidenza nell’introduzione dell’evento, curata dall’amministratore delegato di Coima Manfredi Catella, attraverso il Pnrr, ha l’opportunità di «lavorare rapidamente per colmare un divario importante, rispetto alla media europea: gli immobili con oltre 60 anni di vita sono, in Italia, il 40% contro una media Ue del 32%», e gli «asset» a potenziale rischio sismico superano il 70% nel nostro Paese, in confronto al 30% europeo, con «una importante carenza di aree verdi disponibili per ogni cittadino, che da noi pesa per circa il 15%, contro una media Ue che si attesta tra il 20% e il 30%».

Colmando questi divari, però, «si arriverebbe a rigenerare non meno di 100 milioni di metri quadrati, con investimenti per 200 miliardi in 10 anni». Ed i vantaggi sarebbero molteplici, innanzitutto perché si potrebbero ridurre del 15% di le emissioni di CO2 nella Penisola.

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In particolare, è stato spiegato, Roma è la città che in questo momento, forte della sua «posizione baricentrica in Italia e nel bacino del Mediterraneo», può cogliere preziose chance per gli anni a venire, con possibili accelerazioni, anche grazie a eventi che coinvolgeranno la Capitale, come «Giubileo, Ryder Cup, European Aquatics Championships e la candidatura a Expo 2030, che, sicuramente, possono rappresentare un volano di sviluppo». E, poi, c’è Milano, che «ha avviato un programma di rigenerazione urbana dal 2000, ha consentito la formazione di una filiera produttiva, rappresentata da professionisti e aziende che hanno maturato 20 anni di esperienza, e che possono rappresentare oggi una risorsa importante per il Paese». In conclusione, la progettazione di immobili conformi ai criteri Esg (l’acronimo che comprende i profili di natura ambientale, sociale, o di «governance»), è stato riferito, «può svolgere un ruolo cruciale nel sostenere la crescita a lungo termine», nonché concorrere alla costituzione di un’economia più sostenibile, a livello europeo.

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