Semplificazione di norme e procedure, stop al criterio di aggiudicazione del massimo ribasso che tende a incidere su costi della manodopera e della sicurezza, obbligo di revisione dei prezzi da parte delle stazioni appaltanti “al verificarsi di eventi o situazioni oggettive di particolare rilevanza e non prevedibili al momento della formulazione dell’offerta”, valorizzazione delle pmi. Sono alcuni dei punti inseriti nella legge delega per la riforma del codice degli appalti – seconda tappa dopo il decreto ponte varato la scorsa primavera – prima dell’arrivo in aula al Senato, che mercoledì ha dato via libera al testo con 197 voti favorevoli, 24 contrari e 2 astenuti.
Il provvedimento, nel testo originariamente presentato dall’Esecutivo, si compone di un unico articolo con il quale viene conferita una delega al Governo per adottare entro sei mesi uno o più decreti legislativi relativi alla disciplina dei contratti pubblici.
Obiettivo finale: razionalizzare, riordinare e semplificare la disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.
La revisione del Decreto Legislativo n. 50/2016 è stata proposta dal Governo per adeguare le norme sui contratti pubblici al diritto europeo, ma soprattutto per riordinare una materia in cui negli ultimi anni è stata soggetta a copiose modifiche, rinvii e deroghe a tempo che hanno profondamente modificato l’originario impianto del codice stesso. L’obiettivo della riforma, in base a quanto è indicato anche nella relazione illustrativa, è quello di ridurre drasticamente e razionalizzare le norme in materia di contratti pubblici armonizzando ulteriormente la disciplina interna con il diritto comunitario. Ma le motivazioni che stanno alla base della scelta del Governo di riformare il Codice dei contratti, risiedono soprattutto negli impegni recentemente assunti con il Piano Nazionale di Ricerca e Resilienza (PNRR) anche in materia di semplificazioni e che prevede una riforma complessiva del quadro legislativo in materia di contratti pubblici. Tra le novità è stata inserita la previsione, in linea con le indicazioni del Ministro Orlando, di promuovere – per tutte le gare e i bandi pubblici – meccanismi di premialità per realizzare le pari opportunità generazionali, di genere e di inclusione lavorativa dei disabili (già per i contratti del Pnrr è stata inserita la clausola del 30% di assunzioni di giovani e donne.
Semplificazioni e sostenibilità sono alla base delle linee guida del Ddl Appalti. Per la viceministra delle Infrastrutture, Teresa Bellanova, la semplificazione interviene «non solo nelle fasi di affidamento ed esecuzione ma, come già indicato anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche in quella di pianificazione, programmazione e progettazione», con l’obiettivo di velocizzare «i processi attuativi guadagnando qualità, efficacia, trasparenza, garantendo finalmente alla pubblica amministrazione quel ruolo strategico da tempo invocato».
Il principio della semplificazione va di pari passo con quello della sostenibilità ambientale: «saranno introdotte misure volte a garantire il rispetto dei criteri di responsabilità energetica e ambientale nell’affidamento degli appalti pubblici e dei contratti di concessione, attraverso la definizione di criteri ambientali minimi e differenziati per tipologie ed importi di appalto».