La nuova proposta di Regolamento UE relativo alle spedizioni di rifiuti e che modifica i regolamenti (UE) n. 1257/2013 e (UE) 2020/1056 è sicuramente impattante perché, di fatto, potrebbe portare alla nascita di un nuovo SISTRI (o sistema equivalente) di marca europea.
Le novità
Queste le principali novità contenute nella bozza:
- l’allegato VII (il documento che accompagna le spedizioni di rifiuti oltre confine) sarà in formato elettronico o tramite i sistemi digitali gestiti dagli Stati nazionali;
- gli impianti di recupero finali dovranno indicare la anche le quantità di materiali recuperati o riciclati nel sito o nel laboratorio di analisi (Allegato VII).
I criteri per dimostrare la sostenibilità ambientale
L’Allegato X del Regolamento elenca i criteri per dimostrare che la gestione del rifiuto nel Paese di destinazione non OCSE viene attuato in maniera sostenibile.
Per dimostrarlo, però, non basterà una semplice auto-dichiarazione ma bisognerà certificare la conformità ai criteri avvalendosi di una terza parte accreditata (e indipendente) a sostegno. Senza questa ‘certificazione’ (o audit), non si potrà esportare alcun rifiuto.
C’è modo di evitare tutto questo? Sì, ma solo se tra UE e Stato terzo esiste un accordo che accerti il rispetto delle condizioni in via generale.
Altre semplificazioni
Dal testo della bozza si evincono anche alcune semplificazioni ‘cancella’ burocrazia, queste:
- allineamento alla gerarchia dei rifiuti (prima prevenzione, riuso, riciclo e recupero energetico);
- uso sempre più diffuso di soluzioni digitali, con “fast track” per facilitare le operazioni negli impianti di recupero e l’armonizzazione tra differenti classificazioni che possono persistere anche tra Stati che fanno parte della Unione Europea.
Rifiuti misti e indifferenziati e altri divieti
Ciò che resta ‘scolpito’ è il divieto di qualsiasi movimentazione per rifiuti misti e indifferenziati, dall’inizio alla fine della spedizione.
Inoltre, nel Regolamento traspare l’intenzione di opporsi in modo più efficace alle spedizioni illegali di rifiuti. Come?
- istituendo un «gruppo di applicazione delle spedizioni di rifiuti» per rafforzare la cooperazione e il coordinamento contro le spedizioni illegali di rifiuti;
- sostenendo le indagini transnazionali degli stati membri UE sul traffico di rifiuti con il sostegno dell’OLAF (Ufficio europeo lotta antifrode) e di Eurojust (unità di cooperazione giudiziaria) alle autorità degli Stati membri;
- rafforzando le norme vigenti e stabilendo criteri comuni per determinare i tipi e i livelli di sanzioni da imporre in Europa.