Dialogo Orlando-parti sociali in videoconferenza, costi ancora ignoti
Confronto (in videoconferenza) tra il ministro del Lavoro Andrea Orlando e i rappresentanti di sindacati, imprese e mondo professionale sulla revisione del sistema di protezioni sociali: le idee sono state messe sul tavolo, però ancora sono sconosciute le risorse che dovranno accompagnare il progetto. E, per la sua attuazione, è stato sottolineato, bisognerà attendere l’autunno, quando entrerà nel vivo il cantiere della Legge di Bilancio. Permangono i dubbi evidenziati già giorni fa: lo scoglio da oltrepassare è soprattutto uno, quello della sostenibilità per tutte le tipologie e dimensioni di impresa. Per il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella va bene «l’universalità delle tutele con contribuzione differenziata per categorie e classi dimensionali, ma resta da chiarire quali sono gli oneri a carico del datore di lavoro». Pollice in su pure sul collegamento tra politiche attive e passive che però «dovrebbero essere coordinate da un unico soggetto istituzionale, per evitare gli errori del passato», e servirebbe pure «la creazione di una banca dati per il tracciamento dei percorsi professionali del lavoratori».
Quanto alle tutele per lavoratori autonomi l’impianto della riforma «è condivisibile, ma resta da definire la partecipazione ai corsi di aggiornamento obbligatori per chi usufruisce dell’indennità Iscro», fa sapere il vertice della Confederazione. Pollice in su da parte di Stella pure per il richiamo del ministro all’equo compenso per i liberi professionisti che, secondo Confprofessioni, «dovrebbe essere agganciato ad un automatismo che obblighi la Pubblica amministrazione ad applicarlo sulla base di parametri ministeriali, sanzionando quelle amministrazioni che non rispettino l’equo compenso», sottolinea il numero uno dell’organismo che raggruppa diverse categorie di lavoratori autonomi iscritti ad Ordini e Collegi professionali.
Posizioni vicine quelle sindacali, con una «forte perplessità» della Cisl per la «coesistenza di un ammortizzatore ordinario e di un ammortizzatore straordinario per tutti i datori di lavoro. Si rischia di introdurre nuove e maggiori aliquote contributive, senza che ciò corrisponda ad una effettiva esigenza, con costi eccessivi proprio da parte di quei datori di lavoro che si vorrebbe sostenere». Più in generale, per il leader della Cisl, Luigi Sbarra, è positivo il giudizio sulle linee guida della riforma ma avverte: «Dobbiamo ancora migliorare e rafforzare misure, strumenti, regole di utilizzo». Ed il vertice della Uil, PierPaolo Bombardieri, dice: «Il Governo ha accolto alcune nostre richieste ma restano ancora altre questioni da affrontare nei tavoli che ripartiranno già nei primi giorni di settembre». Quello con il ministro è stato «un confronto ancora interlocutorio che non ha portato i significativi passi in avanti che ci saremmo aspettati», conclude il leader della Cgil, Maurizio Landini.