Diventare indipendenti dal gas russo, mitigare l’impatto della crisi su famiglie e imprese, diversificare le fonti di approvvigionamento energetico e spingere sulle rinnovabili. Con l’obiettivo di eliminare gradualmente almeno 155 miliardi di metri cubi di gas fossile, circa l’equivalente di quanto l’Ue importa dalla Russia attualmente. Questi i principali obiettivi del piano REPower Ue, presentato lo scorso 8 marzo dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Un intervento comunitario sulla crisi energetica era già atteso prima dello scoppio della guerra in Ucraina; ora, il piano è incentrato particolarmente sul diminuire gli effetti del conflitto.
A livello generale, l’Europa importa il 90% del gas che consuma. Sul totale di quanto importato, la Russia contribuisce per il 45%. Il piano prevede di rimpiazzare 50 miliardi di metri cubi si gas entro la fine del 2020 per arrivare a una piena indipendenza “ben prima del 2030”, che rimane comunque l’orizzonte temporale a lungo termine del programma.
Per prima cosa, entro aprile la Commissione presenterà una proposta legislativa che prevederà che i depositi sotterranei di stoccaggio di gas a livello Ue siano riempiti per almeno il 90% della capacità entro il 1° ottobre di ogni anno. Per quanto riguarda la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, l’obiettivo è quello di aumentare le importazioni di gas liquefatto via tubo e via mare, in modo da poter importare l’energia da paesi diversi dalla Russia. Viene poi indicato l’aumento della produzione di biometano e idrogeno rinnovabile e la riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili tra la popolazione (famiglie e imprese). In questo senso, saranno installate 10 milioni di pompe di calore negli edifici nei prossimi cinque anni.
Novità anche sul piano del regime sugli aiuti di stato; già durante la pandemia i cordoni del deficit si sono allentati, con un’impostazione molto diversa rispetto ai peridi di austerità post crisi 2008. Questa volta l’attenzione sarà dedicata ai soggetti che subiranno maggiormente gli impatti della crisi, imprese e famiglie, verso le quali potranno essere utilizzati fondi pubblici al di fuori dei vincoli europei.
“La Russia ha strumentalizzato l’energia nei mesi e negli anni scorsi e noi siamo davvero determinati a non essere più dipendenti dal gas russo. Questa è un investimento strategico per la nostra indipendenza”, sono state le parole della presidente della commissione Ue, che tre giorni fa ha partecipato a una conferenza stampa insieme al presidente del consiglio Mario Draghi per illustrare la situazione e le misure che saranno prese nelle prossime settimane. Da Draghi l’impegno a realizzare questi obiettivi anche in Italia, con i programmi che sono stati già avviati e quelli che saranno intrapresi in futuro.