Una proposta di legge per estendere anche agli autonomi il regime agevolato per il recupero dei compensi
Professionisti come i dipendenti per il recupero dei compensi.
Una proposta di legge che mira ad abbattere le differenze tra subordinati e autonomi, eliminando i costi per procedere alla riscossione delle proprie paghe. È quanto prevede la proposta di legge (atto Senato 567) a prima firma Alberto Balboni (presidente della commissione affari costituzionali del Senato) presentata il 6 aprile in conferenza stampa a palazzo Madama.
Il testo ripropone un’iniziativa legislativa già avanzata nella scorsa legislatura.
La premessa alla proposta riporta le motivazioni e i dati di contesto che hanno spinto alla presentazione del ddl: “Tutti gli indicatori dimostrano che oggi iprofessionisti sono titolari di redditi spesso inferiori a quelli percepiti dai lavoratori dipendenti inquadrati nei livelli più bassi dellacontrattazione collettiva. Non può tacersicome questo stato di crisi e di depauperamento dei livelli reddituali dei professionisti sia imputabile anche a scelte politiche passate che, nel nome di un principio di libera concorrenza, hanno inciso nel mercato delle prestazioni professionali, rendendo la figura del professionista indifesa ed alla totale mercé delle più spietate logiche di mercato”. Questa situazione ha portato a conseguenze drastiche sui professionisti, in particolare quando si tratta di incassare le fatture: “il mancato pagamento del compenso professionale da parte del cliente è oramai diventato un elemento che incide gravemente sul reddito di molti professionisti, i quali spesso, in assenza di liquidità, sono costretti a rinunziare al recupero del credito a causa dei costi che la procedura comporta”.
La proposta è fatta di un solo articolo, che mira quindi ad equiparare la situazione tra professionisti e dipendenti. In particolare, nell’estendere alle procedure giudiziali aventi ad oggetto il recupero del credito costituito da compenso professionale il regime fiscale agevolato previsto per le controversie individuali di lavoro. In queste ultime, come è noto, vige il principio di gratuità delle spese processuali (articolo unico della legge n.319del 1958, come sostituito dall’articolo 10della legge n.533 del 1973), salvo che per l’onere di pagamento del contributo unificato (introdotto nel 2011 anche per tali controversie), il quale contributo tuttavia è dovuto nella misura della metà rispetto a quello previsto per le cause ordinarie”.
“Lavoro subordinato e lavoro autonomo sono uguali e devono garantire le stesse tutele. Questa proposta mira quindi a garantire uguaglianza non solo sul piano costituzionale, ma anche nei fatti e nella vita processuale”, il comment di Balboni