Pnrr: nonostante gli obblighi di legge, nel 69% dei bandi non c’è vincolo di assunzione per giovani e donne
Giovani e donne fuori dal Pnrr. Nonostante gli obblighi previsti dalla legge, nel 69% dei bandi aperti fino ad oggi non è presente un vincolo di assunzioni obbligatorie riservate a donne e giovani. È quanto emerge dal report realizzato da Openpolis, che ogni lunedì pubblica il suo open data, ovvero un articolo dedicato al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il tutto mentre il governo sta vivendo un momento di difficoltà nella gestione del Piano, dalle accuse sui ritardi alle turbolenze interne alla maggioranza, con alcuni esponenti della Lega che hanno addirittura parlato di rinunciare ad una parte dei fondi.
Tornando ad Openpolis, lo spunto emerso dall’ultimo open data riguarda, quindi, donne e giovani, che sono ampiamente sottorappresentati nei progetti del Pnrr. Ma prima di illustrare i dati, Openpolis ripete il suo richiamo all’accessibilità dei numeri da parte del governo: “è dal 2021 che denunciamo la scarsa trasparenza da parte dei governi italiani riguardo al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Mancano numerose informazioni su diversi aspetti. In particolare, quelli più concreti, legati a come il nostro paese stia spendendo le risorse e concretizzando gli interventi”, si legge all’inizio dell’articolo pubblicato lunedì 3 aprile.
Viene poi ricordato come l’articolo 47 del decreto legge 77/2021 abbia stabilito che almeno il 30% delle assunzioni legate alla vittoria dell’appalto sia destinata a under 36 e donne. “In pratica”, spiegano da Openpolis, “per gli operatori economici questo vincolo si sostanzia, al momento della stipula del contratto, nel deposito di una dichiarazione con cui l’azienda aggiudicataria si impegna ad assumere giovani e donne in quantità tale da rispettare la quota”. Secondo il report, tuttavia, solo il 28% degli avvisi pubblici prevede questo vincolo di assunzione. Un 3% ne prevede, ma in misura diversa rispetto al 30% fissato dal dl 77. Ne consegue, come detto, che nel 69% dei casi non è prevista questa clausola.
La conclusione di Openpolis è che le aziende possono ricorrere ad ampie deroghe per non rispettare le quote. Ma non è solo questo. C’è anche un altro problema, ovvero la carenza di manodopera femminile in alcuni settori, come l’edilizia, dove “in molti casi le gare sono andate deserte”.
La carenza di giovani e donne nei bandi è solo una delle spine che il governo deve affrontare sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Da settimane montano le polemiche con le opposizioni e le istituzioni europee per i ritardi legati all’attuazione del Piano, ma negli ultimi giorni è emerso qualcosa anche dentro la stessa maggioranza. Il capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari ha anche ipotizzato di rinunciare a una parte dei fondi europei. Queste le sue parole ad Affaritaliani.it: “o si cambia la destinazione dei fondi o spenderli per spenderli a caso non ha senso. Forse sarebbe il caso di valutare di rinunciare a una parte dei fondi a debito”. Da Fratelli d’Italia, oltre che dai partiti di opposizione, un secco no a questa proposta.