Al 30 giugno 2022 i bandi territoriali legati al Pnrr sono stati 42 per un totale di risorse mobilitate pari a 24,6 miliardi di euro. Quasi il 60% dei bandi rientra nella Missione 1 (digitale) e la Missione 2 (sostenibilità), mentre circa il 70% delle risorse è andato alla Missione 4 (Istruzione e ricerca) e alla Missione 5 (Coesione e inclusione).
È quanto emerge dal report realizzato dall’Ufficio parlamentare di bilancio, che sul proprio sito ha pubblicato un paio di infografiche sul livello di attuazione del Pnrr negli enti locali. L’analisi, denominata “Pnrr – Bandi territoriali” analizza i bandi pubblicati fino al 30 giugno 2022 relativi ai progetti d’investimento del Piano di ripresa e resilienza che hanno appunto gli enti locali come soggetti attuatori e ai quali gli stessi partecipano su base competitiva
Dei 42 bandi, come accennato, poco meno del 60 per quanto riguardano la Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo) e la Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica). “Le amministrazioni titolari maggiormente coinvolte sono, coerentemente con l’oggetto delle missioni, la presidenza del Consiglio dei ministri – dipartimento dell’innovazione tecnologica e transizione digitale e il ministero della transizione ecologica”, si legge sul sito Upb. Circa il 70% delle risorse stanziate, invece, sono destinate alla Missione 4 (Istruzione e ricerca) e alla Missione 5 (Coesione e inclusione). Gli enti titolari maggiormente coinvolti sono, in questo caso, il ministero dell’istruzione e quello dell’università e della ricerca.
Il report ricorda poi come gli investimenti del Pnrr debbano “essere realizzati nel rispetto di alcuni principi trasversali, tra cui la riduzione dei divari territoriali”. Il vincolo, secondo l’Upb, è rispettato con riferimento sia alle missioni, sia alle amministrazioni titolari. “Per le prime fanno eccezione la Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo) e la Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile); per le seconde, che dovevano assicurare il rispetto del vincolo territoriale, il ministero del lavoro, quello della cultura e la pcm – dipartimento innovazione tecnologica e transizione digitale”.
L’analisi dei bandi, evidenzia ancora l’indagine, ha permesso inoltre di rilevare sei differenti tipologie di formulazione della graduatoria dei progetti sulla base della quale distribuire le risorse stanziate. E le varie modalità individuate per integrare gli obiettivi specifici del Pnrr con il vincolo territoriale “presentano criticità in termini di possibili riordinamenti della graduatoria finale dei progetti selezionati rispetto a quella che si avrebbe in assenza di applicazione del vincolo territoriale”. Le sei tipologie di graduatoria sono: unica, unica per tipologia, macroarea, regionale, regionale per tipologia e concertativo-negoziale. In 14 bandi non c’è stata nessuna graduatoria.