Ministero del Lavoro «impegnato» per rinforzare la norma sull’equo compenso per le prestazioni dei liberi professionisti, giacché si punta ad estendere il perimetro di applicazione della disciplina «ai contratti della Pubblica amministrazione». E pure agli accordi che verranno stipulati «nell’ambito dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)», perché se l’Italia «deve ripartire, lo deve fare anche iniziando a riconoscere effettivamente il valore ed il lavoro dei professionisti». Ad esprimersi così, questa mattina, il titolare del dicastero di via Veneto, Andrea Orlando, intervenuto al convegno promosso da Confcommercio professioni, a Roma. Parole, le sue, di grande supporto nei confronti delle categorie di autonomi iscritti ad Ordini e Collegi e riuniti in associazioni, precedute da affermazioni altrettanto accorate da parte del viceministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin: «Sono personalmente impegnato sul disegno di legge trasversale per la sospensione della decorrenza di termini relativi ad adempimenti a carico del libero professionista in caso di malattia, o di infortunio», ha detto, riferendosi al testo a prima firma del senatore di FdI Andrea de Bertoldi, che è fermo nella commissione Giustizia di palazzo Madama, perché privo di copertura finanziaria. Un testo, ha aggiunto, che «serve anche a rimarcare una attenzione che diventa, da parte delle Istituzioni, ormai necessaria nei confronti della libera professione. In questa fase, un sostegno alla parte più attiva del Paese, di cui i liberi professionisti sono parte determinante, è quanto mai fondamentale, promuovendo anche l’ingresso nel mercato dei giovani professionisti», è stata la sottolineatura di Pichetto.
Durante l’iniziativa di Confcommercio Professioni, intanto, sono state raffigurate le caratteristiche delle categorie cosiddette «non regolamentate» (disciplinate dalla legge 4 del 2013): si tratta di 429.000 soggetti che, dal 2008 al 2019, sono aumentati dell’89%, tuttavia il Covid-19 si è riflesso sfavorevolmente sull’intero segmento di iscritti ad Ordini e Collegi e non, poiché nel complesso, si legge nello studio presentato, «se ne sono persi per strada almeno 40.000». E pure i loro guadagni non svettano, visto che, «se il reddito complessivamente generato da queste professioni cresce di oltre il 40%, nel periodo 2009-2019, quello pro capite diminuisce di oltre il 25%, fermandosi a poco più di 15.900 euro».
Per la presidente di Confcommercio Professioni Anna Rita Fioroni, «per ripartire dopo la pandemia occorrono innanzitutto politiche su misura per i professionisti che, con le loro competenze, sono protagonisti dell’attuazione del Pnrr. In particolare, va introdotto l’equo compenso per le prestazioni professionali anche per le professioni non ordinistiche e soprattutto nei confronti della Pubblica amministrazione. E occorre vi siano più consistenti agevolazioni per la transizione 4.0», ha rimarcato.