Oggi l’analisi del decreto in preconsiglio. Domani alle 12 l’approvazione in Cdm
Il nuovo codice dei contratti pubblici sarà approvato entro la fine dell’anno. Già oggi in preconsiglio dei ministri, infatti, sarà analizzato il decreto legislativo di attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022 n. 78, recante appunto la delega al governo in materia di contratti pubblici. Domani alle 12 è convocato il Cdm per l’approvazione dell’articolato.
Il testo va quindi a riformare il codice approvato sei anni fa (dlgs 50 2016), che tante polemiche ha scatenato tra gli addetti ai lavori. Si tratta di provvedimento fatto di 229 articoli, che sarà al centro di numerosi approfondimenti che potrete trovare su questo sito nelle prossime settimane.
Dopo aver illustrato i principi e l’ambito di applicazione della normativa, il decreto si apre con il digitale, visto che la parte II dell’articolato è intitolata “della digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti”. Abbiamo poi “della programmazione” e “della progettazione”, che sono rispettivamente la parte III e la parte IV.
Il libro II, invece, tratta dell’appalto. Composto da sette parti e da quasi cento articoli, rappresenta il cuore delle modifiche. Molti gli argomenti trattati, dallo svolgimento delle procedure alle scelte dei contraenti.
Il libro III è poi dedicato all’appalto nei settori speciali; quattro parti con più di trenta articoli. Il libro IV disciplina i partnerariati pubblico-privato e le concessioni; cinque parti per una trentina di articoli su tutte le specificità dell’argomento. Infine, il libro V dedicato ai contenziosi e al ruolo dell’Autorità nazionale anticorruzione.
Il dlgs, come accennato, va ad attuare la legge delega di riforma del codice dei contratti, approvata lo scorso giugno dal governo allora guidato da Mario Draghi. Tanti, come immaginabile, i principi contenuti della delega, tra cui si possono citare il regime obbligatorio di revisione dei prezzi e il divieto di prestazione gratuita delle attività professionali, o anche la riduzione dei livelli di progettazione e appalto integrato. Citati, poi, una serie di aspetti già presenti nel codice del 2016, come il divieto di gold plating (ossia il divieto di introduzione o di mantenimento di livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive comunitarie), l’inclusione lavorativa, le pari opportunità e l’opera di razionalizzazione e semplificazione della disciplina in ogni suo aspetto.