Transizione ecologica ed efficientamento energetico come punti cardine del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Saranno infatti quasi 60 i miliardi dedicati a questi obiettivi, secondo quanto riportato nel Pnrr. I fondi, che vanno a costituire la Missione 2 del Piano, saranno così suddivisi: 5,27 miliardi per progetti a favore dell’economia circolare e dell’agricoltura sostenibile; 23,78 saranno invece i miliardi investiti nelle energie rinnovabili, nell’idrogeno e nella rete e mobilità sostenibile; altri 15,36 andranno per l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici mentre i restanti 15,06 saranno dedicati alla tutela del territorio e delle risorse idriche.
Nel processo di transizione ecologica prefissato nel piano, una parte importante riguarda quindi l’efficientamento energetico che assorbe quasi un quarto delle risorse a disposizione della Missione 2. Come per ogni capitolo di spesa, per prima cosa vengono indicati gli obiettivi di questa componente della missione; si parla di un aumento dell’efficientamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato e di un insieme di stimoli agli investimenti locali, con la conseguente creazione di posti di lavoro, promozione della resilienza sociale e integrazione delle energie rinnovabili. Per realizzare questi obiettivi sono individuate una serie di voci di spesa: 1,21 miliardi per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, che si svilupperà in 800 milioni per un piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica e in 400 per l’efficientamento degli edifici giudiziari. La parte più consistente del piano, 13 miliardi, andrà per l’efficientamento energetico e sismico dell’edilizia residenziale privata e pubblica: la percentuale maggiore dei fondi sarà dedicata ad estendere il Superbonus almeno fino al 2023. Secondo quanto si legge nel Pnrr, gli investimenti consentiranno la ristrutturazione di oltre 100.000 edifici a regime, per una superficie totale riqualificata di oltre 36 milioni di mq. Il risparmio energetico atteso dal supebonus è di circa 191 Ktep/anno con una riduzione delle emissioni di gas serra di circa 667 KtonCO2/anno.
A questi interventi si aggiungeranno 200 milioni per gli investimenti di teleriscaldamento e una riforma dedicata a semplificare e accelerare le procedure per la realizzazione di interventi per l’efficientamento energetico. La proposta si articola in tre set di riforme, suddivise in quattro linee di intervento: rendere operativo il portale nazionale per l’efficienza energetica degli edifici; potenziare le attività del piano d’informazione e formazione rivolte al settore civile; aggiornare e potenziare il fondo nazionale per l’efficienza energetica e accelerare la fase realizzativa dei progetti finanziati dal programma Prepac. Per quanto riguarda i sistemi di teleriscaldamento, Il target che si pone la misura di investimento è relativo allo sviluppo di 330 km di reti di teleriscaldamento efficiente e alla costruzione di impianti o connessioni per il recupero di calore di scarto per 360 MW, ipotizzando che il 65 % delle risorse sia allocato per le reti (costo 1,3 mln a km) e il 35 % circa a sia dedicato allo sviluppo di nuovi impianti (costo 0,65 mln a MW). Il raggiungimento del target consentirebbe, a regime, di conseguire benefici di tipo energetico-ambientale pari a 20,0 Ktep annui di energia primaria fossile risparmiata e 0,04 MtCO2 di emissione di gas serra evitati nei settori non Ets ogni anno.
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