Manovra: vertice per ultime limanture sulla Legge di Bilancio 2024, già saltata l’agevolazione per le case «green»
Ottobre volge al termine e per la Legge di Bilancio per il 2024 si è vicini al «redde rationem», all’interno della maggioranza di centrodestra, per le (verosimilmente) ultime limature al testo: le soluzioni dovrebbero essere individuate nel corso di un vertice pomeridiano, però, qualche certezza su quanto esce e su quel che potrebbe rientrare nel provvedimento c’è già. Innanzitutto, è saltata, nel fine settimana appena trascorso, la chance di godere dell’agevolazione fiscale per dotarsi di un’abitazione «green» (rispettosa, cioè, dei criteri di efficientamento energetico con conseguenti risparmio dei consumi e benefici per l’ambiente): non ci sarà infatti, la detrazione Irpef del 50% sull’Iva per l’acquisto di case di classe A e B, norma introdotta con la precedente manovra economica, ma non rifinanziata in questa annualità.
Rimane, invece, seppur depotenziato finanziariamente, il «bonus» che prevede lo «sconto» del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici per arredare un immobile in ristrutturazione: la spesa massima dal prossimo anno è destinata a calare da 8.000 a 5.000 euro. Per ciò che concerne il Superbonus – misura, com’è noto, introdotta dal M5s nel periodo pandemico per risollevare il comparto edile e aspramente contestata per il suo «peso» sui conti pubblici prima dall’Esecutivo di Mario Draghi, poi da quello di Giorgia Meloni – che quest’anno è al 90% nel 2024, il «decalage» andrà dal 1° gennaio al 70%, mentre l’incentivo fiscale, si ricorda, rimane al 110% fino a fine 2023 solamente per le unifamiliari e condomini che hanno presentato la Cilas (la Comunicazione di inizio lavori asseverata) entro novembre del 2022; quanto, poi, alle altre agevolazioni disponibili nel settore delle costruzioni (incluso l’«ecobonus», ma anche la misura che riguarda le barriere architettoniche) sono state già sovvenzionate almeno per un altro anno e, quindi, sarà possibile usufruirne ancora.
È, comunque, sempre sul versante delle «quattro mura» – da mettere in locazione – che la discussione, fra gli alleati, si sta facendo accesa: nell’ultima bozza governativa del provvedimento, si punta, infatti, a limitare l’aumento dal 21 al 26% dell’aliquota a chi affitta più di un immobile per meno di 30 giorni. Una soluzione che non accontenta Fi, partito che sulla centralità della casa sta conducendo una propria «battaglia» costante, che ha fatto pervenire a Palazzo Chigi una proposta alternativa: un codice identificativo nazionale, attraverso il quale tracciare tutti quelli che affittano un appartamento.
Nella Legge di Bilancio del centrodestra, ad oggi, poi, non compare il credito d’imposta del 50% in merito ai costi affrontati per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio e mineralizzazione, introdotto nel 2021-22, e prorogato nel 2023, per razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il consumo di contenitori di plastica, nel nostro Paese.
In previsione dell’arrivo della manovra nelle prossime ore, è stata convocata per domani, martedì 31, la commissione Bilancio di Palazzo Madama guidata dal senatore Nicola Calandrini (FdI), che ne sarà relatore per il primo passaggio parlamentare. Ribadita, infine, la forte segnalazione di Palazzo Chigi, affinché si eviti la presentazione di emendamenti di maggioranza per correggere (ulteriormente) un testo su cui la «quadra» non è stata ancora del tutto trovata nel governo.