Manovra: stretta sulle vendite online, obbligo del Pos a 60 euro

da | 28 Nov 2022 | In evidenza, Primo piano

Manovra, «giro di vite» sulle vendite online, obbligo del Pos da 60 euro (e non più da 30) e contributo per imprese energetiche

Il «puzzle» della Legge di Bilancio (non ancora con testo definitivo e da oggi al vaglio della Camera) si va componendo di ulteriori «tasselli»: c’è, infatti, l’obbligo di accettare i pagamenti digitali con carta e bancomat, senza incorrere in sanzioni, che sale da 30 a 60 euro, ma in base alla nuova norma le sanzioni esistenti non scompariranno, ma saranno limitate agli acquisti più consistenti. La misura, destinata a favorire il piccolo commercio, si affianca alla «stretta» che arriverà, invece, sull’«e-commerce»: per i soggetti passivi Iva che facilitano le vendite nei confronti di un cessionario non soggetto passivo sarà previsto l’obbligo di trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati relativi ai fornitori e alle operazioni effettuate. E, in caso di mancata trasmissione, si verrà considerati responsabili in solido per l’assorbimento dell’Iva.

Il governo di centrodestra, poi, prova a dare «scacco» al fenomeno degli «apri e chiudi», accusati dalla premier Giorgia Meloni di «concorrenza sleale»: in manovra verrà stabilito che per la riapertura di una partita Iva ormai chiusa sarà richiesta una fideiussione di 50.000 euro. In particolare, l’iniziativa dispone che, di fronte a possibili illeciti, l’Agenzia delle entrate possa effettuare «specifiche analisi del rischio connesso al rilascio di nuove partite Iva, ad esito delle quali l’ufficio invita il contribuente a presentarsi in ufficio» per esibire la documentazione necessaria e per dimostrare, «sulla base di documentazione idonea, l’assenza dei profili di rischio individuati»; in caso di mancata presentazione in ufficio del contribuente, «ovvero di esito negativo dei riscontri operati sui documenti eventualmente esibiti, l’ufficio emana provvedimento di cessazione della partita Iva». A seguire, si va verso un «contributo di solidarietà temporaneo» sulle imprese energetiche: valido solamente per il prossimo anno, l’intervento si compone di un’aliquota del 50% sulla quota del reddito complessivo conseguito nel periodo d’imposta antecedente al primo gennaio 2023, che eccede per almeno il 10% la media dei redditi conseguiti nei quattro anni d’imposta precedenti. L’incasso stimato, si apprende da fonti governative, si aggira sui 2,6 miliardi, e interesserebbe almeno 7.000 aziende del settore.

Nella Legge di Bilancio nasce un nuovo “Fondo per il contrasto al consumo di suolo”

E, con lo sguardo rivolto alla frana di Casamicciola, ad Ischia, che ha causato nel fine settimana morti, dispersi e sfollati nel golfo di Napoli, nella Legge di Bilancio nasce un nuovo «Fondo per il contrasto al consumo di suolo», finanziato con 10 milioni nel 2023, 20 milioni nel 2024, 30 milioni di euro nel 2025 e 50 milioni di euro all’anno nel biennio 2026-2027; nella relazione tecnica della bozza della manovra sono riportati i dati dell’ultimo rapporto Ispra, dal quale «risulta che, al 2021, 2,15 milioni di ettari di suolo sono stati trasformati per realizzare beni e attività antropiche, corrispondente al 7,13% del territorio nazionale», portando ad un incremento annuale di consumo di suolo pari a circa «6.000 ettari, corrispondente a circa 16 ettari al giorno», si legge.

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