Cibi sintetici: Lollobrigida “prima nazione a dire di no”. Meloni “a tutela delle famiglie e contro le discriminazioni”
“L’Italia è la prima nazione che dice no al cibo sintetico e lo fa con un atto formale e ufficiale. Crediamo sia un risultato importante, che raccoglie l’appello di quasi 2.000 amministrazioni comunali”. Sono le parole del ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, che ha parlato il 28 marzo in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che, oltre al decreto Bollette, ha dato l’ok al provvedimento che dispone, appunto, il “divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”.
Il divieto si traduce in multe e sanzioni: in particolare, per la violazione delle norme sono previste sanzioni pecuniarie da un minimo di 10.000 euro a un massimo di 60.000, ovvero “ovvero fino al 10 per cento del fatturato totale annuo, con l’indicazione comunque di un tetto massimo, oltre alla confisca del prodotto illecito”, come si legge nel comunicato stampa diffuso dopo il Consiglio dei ministri. Vengono poi definite altre sanzioni che intervengono sulla “possibilità di svolgere attività di impresa, inibendo l’accesso a contributi, finanziamenti o agevolazioni erogati da parte dello Stato, da altri enti pubblici o dall’Unione europea, per un periodo da uno a tre anni”. Il divieto è quello di produzione e commercializzazione di alimenti sintetici, sia per quelli destinati al consumo umano dia quelli per i mangimi animali.
“Noi”, ha spiegato ancora il ministro Lollobrigida, “guardiamo alla tutela della nostra collettività e abbiamo ragionato affrontando il tema della qualità. Prodotti di laboratorio, a nostro avviso, non garantiscono qualità e benessere”.
L’argomento è stato commentato anche dalla premier Giorgia Meloni, che è intervenuta al flash mob di Coldiretti davanti a palazzo Chigi: “non potevamo che festeggiare con i nostri agricoltori un provvedimento che pone l’Italia in una avanguardia, non solo per la tutela dell’eccellenza ma anche sul tema della difesa dei consumatori e della certezza di ciò che si consuma, anche per evitare il rischio che alcune scelte domani si possano tradurre in una discriminazione, tra chi può avere di più e chi può avere di meno”. Coldiretti è stata una delle realtà maggiormente critiche verso questi alimenti ed ha accolto con favore, quindi, il decreto legge approvato dal governo.