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L’Italia cresce nella banda larga

da | 16 Lug 2021 | Informatica

Dal 5,6% del 2017, al 55,1% 2021 le connessioni superiori ai 100 Mbit/s

Negli ultimi quattro anni il nostro paese ha cambiato marcia per quanto riguarda le linee con velocità pari o superiore ai 100 Mbit/s; basti pensare che nel 2017 queste rappresentavano il 5,6% del totale, mentre a marzo 2021 si è raggiunto il 55,1%. Questo anche in linea con gli obiettivi fissati dall’Unione europea, che prevedeva di raggiungere entro il 2020 almeno la percentuale del 50%.

Il report

I numeri sono illustrati nell’Osservatorio sulle comunicazioni curato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), pubblicato lo scorso 13 luglio. Il report evidenzia un buon trend per la crescita del nostro paese sul versante della velocità delle connessioni; certo, il punto di partenza era decisamente basso, visto che nel 2011 la copertura con connessioni da almeno 30 Mbit/s era sotto al 20%, relegandoci agli ultimi posti per efficienza nel continente. Oggi, invece, siamo all’89,6%.

Nel report vengono evidenziati, in particolare, i miglioramenti avvenuti negli ultimi quattro anni; per prima cosa, l’Agcom informa come a fine marzo 2021 gli accessi alla rete fissa siano cresciuti per quasi 140 mila unità rispetto al trimestre precedente e di 450 mila su base annua. “Analogamente a quanto già emerso nei precedenti osservatori, vengono rilevati significativi cambiamenti nella composizione delle tecnologie utilizzate per la fornitura del servizio”, si legge testualmente nel report, a testimoniare una crescita che sta continuando negli ultimi tempi: infatti, se nel marzo 2017 oltre l’80% degli accessi alla rete fissa era in rame, dopo quattro anni questi sono scesi al 33% (con una flessione di 9,93 milioni di linee). Allo stesso tempo sono sensibilmente aumentati gli accessi tramite tecnologie che consentono prestazioni qualitativamente migliori, in particolare quelle in tecnologia Fttc (+7,11 milioni di unità), Ftth (+1,65 milioni) e Fwa (+0,70 milioni). Tale dinamica si riflette in un aumento delle prestazioni in termini di velocità di connessione commercializzate: le linee con velocità pari o superiori ai 100 Mbit/s nel periodo osservato (marzo 2017 – marzo 2021) sono passate, come detto, dal 5,6 al 55,1% del totale.

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Anche in prospettiva futura il cambio di passo sembra ormai segnato: secondo i dati pubblicati da Idate in occasione del Ftth Council Europe Conference del 2020, l’Italia sarà al quinto posto tra i primi 15 paesi in Europa per abitazioni servite con il Fiber to the home (dopo Russia, Germania, Francia e Regno Unito), per un totale di 26 milioni di unità immobiliari cablate, con una crescita del 218% rispetto al 2019.  IDate evidenzia una crescita delle abitazioni servite dal fiber to the home o dal fiber to the building costante dal 2019 al 2026, con un passaggio dagli 8,2 milioni di edifici serviti nel 2019 ai 26 milioni del 2026. In forte crescita anche uno degli aspetti più critici nello sviluppo di linee internet ad alta velocità nella penisola, ovvero la carenza di domanda: al 2026 vengono stimati 12 milioni di abbonamenti, con una crescita incredibile del 981% rispetto al 2019. L’Italia scalerebbe quindi la classifica europea, passando dal 13° al 6° posto (sotto anche alla Spagna oltre ai cinque paesi già menzionati).

L’Italia si sta quindi mettendo in linea con quelle che solo le raccomandazioni europee, cosa rara per quanto riguarda il nostro paese. Il piano Europa 2020, varato nel 2010, poneva infatti come obiettivo quello di fare in modo di garantire a tutti gli europei l’accesso alla banda larga veloce (superiore a 30 Mbit/s) e almeno il 50% delle famiglie del continente alla banda larga ultraveloce (superiore a 100 Mbit/s). E il tema sarà centrale anche nei prossimi anni, visto che nel nuovo bilancio pluriennale 2021-2027 sono dedicati 6,8 miliardi di euro alla trasformazione digitale, circa il 20% del budget totale. L’obiettivo da qui al 2030 è quello di garantire una diffusione omogenea in tutti i paesi della connessione a banda ultraveloce.

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