Il viceministro all’economia traccia la rotta intervenendo alla presentazione della ricerca Censis sul Superbonus
I 55 miliardi di euro di investimenti certificati dall’Enea tra agosto 2020 e ottobre 2022 legati al super-ecobonus hanno attivato un valore della produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici connessi pari a 79,7 miliardi di euro di effetto diretto. A questi si devono sommare 36 miliardi di euro di produzione nel sistema economico connesso alle componenti dell’indotto, per un totale di almeno 115 miliardi di euro.
I numeri sono messi in fila dallo studio “Ecobonus e superbonus per la transizione energetica del Paese” realizzato dal Censis in collaborazione con Harley&Dikkinson e la filiera delle costruzioni, presentato oggi a Roma presso la sede dell’istituto di ricerca.
Ricerca Censis
Secondo la ricerca, che ha focalizzato l’attenzione sugli incentivi destinati agli interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare guardando agli effetti sull’economia, l’occupazione e la sostenibilità finanziaria, il gettito fiscale dovuto alla produzione aggiuntiva stimolata dal bonus arriva a “ripagare circa il 70% della spesa a carico dello Stato per le opere di efficientamento sugli edifici”.
Attivando il Superecobonus, si legge nella ricerca, “una produzione consistente per via degli effetti moltiplicativi sul sistema economico, il gettito fiscale derivante da tale produzione aggiuntiva si stima possa ripagare circa il 70% della spesa a carico dello Stato per le opere di efficientamento sugli edifici. Ciò significa che 100 euro di spesa per Superecobonus costerebbero effettivamente allo Stato 30 euro, ridimensionando in questo modo il valore reale del disavanzo generato dall’incentivo”, si precisa. Non solo perché l’incentivo ha avuto delle conseguenze anche in termini di occupazione: si stima, infatti, che il suo impatto occupazionale per l’intero periodo agosto 2020 – ottobre 2022 sia stato pari a 900 mila unità di lavoro, tra dirette e indirette.
“Sicuramente c’è stato un effetto positivo per l’economia“, ha commentato Maurizio Leo Viceministro dell’Economia e delle Finanze, durante il suo intervento, ma ci sono state anche “delle disfunzioni, delle patologie che non possiamo nascondere, la conseguenza è che si sono generate ingenti masse sui cassetti fiscali che non possono sfociare in un utilizzo. E, quindi, si è irrigidito il sistema”. Ma quello che più preoccupa è il tema dei crediti, “una priorità assoluta”, e “la presidente Meloni ed il ministro Giorgetti hanno dato disponibilità ad aprire un tavolo tecnico per cercare di affrontarlo, ipotizzando la possibilità di ragionare sull’ipotesi di utilizzare in parte i crediti attraverso i pagamenti, i famosi F24 dei contribuenti. Durante il suo intervento il numero due di via XX settembre ha anche tracciato la linea della “prospettiva di lungo periodo” dell’agevolazione in edilizia, affermando che “il 90% ormai è il dato sul quale il governo ha tracciato la strada”. Al tempo stesso, sono state le parole di Leo, “che si debba fare una razionalizzazione del sistema dei meccanismi agevolativi per il comparto immobiliare è fuor di dubbio: abbiamo una congerie di interventi che non danno un quadro d’insieme. Io penso si debba andare verso una misura unificata” che vada verso l’efficientamento energetico. La razionalizzazione delle agevolazioni, a giudizio del viceministro, poi, “deve accompagnarsi a una razionalizzazione di tutta la fiscalità immobiliare: noi oggi abbiamo una fiscalità immobiliare che è a ‘macchia di leopardo’, e parlo dell’imposizione indiretta”, laddove “non si sa neppure bene se si deve pagare l’Iva, l’imposta di registro”. Per Leo bisognerà “metterci seriamente le mani nel corso della prossima riforma fiscale”.