Quasi due terzi delle risorse sul caro energia. Poi fisco, pensioni e costo del lavoro
Un investimento di 32 miliardi, di cui una ventina in deficit, concentrato su costi dell’energia, cuneo fiscale, pensioni e misure fiscali. Dovrebbero essere questi i punti cardine della legge di bilancio che andrà oggi in Consiglio dei ministri. La riunione del Cdm è convocata per le otto e mezza di stasera e, secondo le indiscrezioni, il testo pare concentrato su una serie di punti cardine ben definiti.
Una parte consistente delle risorse (si parla di circa i due terzi) sarà utilizzata per contrastare l’effetto del caro energia. Si parla di interventi come la proroga dei crediti di imposta o dei bonus già stanziati, ma sono allo studio una serie di altre misure che andranno comunque in questa direzione.
Un’altra certezza è l’intervento sulle pensioni, visto l’imminente ritorno della legge Fornero, che senza interventi rientrerebbe in vigore a partire dal prossimo gennaio. Sono molte, anche qui, le ipotesi sul tavolo, ma pare che la quadra possa essere trovata con quota 41 (almeno 62 anni di anzianità e 41 di contributi), con una misura che comunque non sarà strutturale ma che probabilmente riguarderà solo il prossimo anno, con la conseguente necessità di dover intervenire di nuovo nella prossima manovra.
Il taglio del cuneo fiscale, quindi del costo del lavoro, è un altro degli interventi annunciati da più componenti dell’esecutivo nelle scorse settimane. Si potrebbe arrivare a un taglio fino al 2% per i redditi sotto i 35 mila euro, che potrebbe arrivare al 3% per quelli entro i 20 mila. Il costo della misura dovrebbe aggirarsi intoro ai 4 miliardi.
Sulle altre misure in qualche modo anticipate dal governo, invece, ci sono meno certezze. Le modifiche alla flat tax, ad esempio, per ora rimarranno limitate all’innalzamento a 85 mila euro del tetto per i forfettari, mentre salta la parte incrementale. Anche sull’azzeramento dell’Iva su pane e pasta (ora al 4%) sono in corso delle valutazioni, mentre pare ormai sicuro quello sui prodotti di prima infanzia. Stessa cosa per il tetto al contante; espulso dal dl Aiuti quater per la mancanza di urgenza del provvedimento, sarà recuperato nella manovra. Quindi, dal 1° gennaio, il tetto passerà da 2 mila a 5 mila euro.
Su altri temi, in particolare sul versante entrate, si ha certezza degli interventi ma non della loro entità. Il reddito di cittadinanza, ad esempio, sarà sicuramente oggetto di modifiche, che porteranno a una stretta del numero di beneficiari. Stessa cosa per gli extraprofitti, la cui norma sarà cambiata. Sempre sul versante entrate, infine, è sul tavolo la possibilità di alzare le accise sui tabacchi.
Stasera, come detto, ci sarà il Consiglio dei ministri per la discussione del testo. Inutile dire che, rispetto al passato, i tempi per l’esame parlamentare saranno molto stretti, date le elezioni a settembre. Poco più di un mese per passare da entrambe le camere. Il testo che sarà approvato oggi, visti anche gli strettissimi margini di manovra in termini di risorse, sarà perciò molto vicino a quello che sarà poi effettivamente la legge di bilancio 2023.