Lavoro autonomo, verso il tavolo (imminente) del ministero per affrontare «nodi» e potenzialità della libera professione
L’annuncio è arrivato (forse, un po’ a sorpresa) durante l’incontro del 4 novembre scorso fra il ministro del Lavoro Marina Calderone ed i rappresentanti delle parti sociali (associazioni datoriali e sindacali): per la componente degli occupati indipendenti verrà aperto un tavolo «ad hoc». E già fervono le ipotesi su quali temi verranno trattati, in una stagione nella quale il governo di Giorgia Meloni è chiamato a fornire risposte in merito alle varie sfide che il mondo produttivo nazionale sta affrontando (non senza fatica) in una stagione finanziaria alquanto turbolenta.
Tavolo sul lavoro autonomo per tutelare i professionisti
Al termine della riunione del venerdì della settimana passata è stato il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella a dar notizia dell’iniziativa imminente della titolare del dicastero di via Veneto che, ha riferito alla stampa, «ha annunciato un tavolo sul lavoro autonomo che si terrà la prossima settimana, accogliendo così le nostre richieste di misure specifiche per tutelare professionisti e partite Iva, pesantemente colpiti dalla crisi economica». Calderone, ha proseguito, «conosce benissimo la realtà delle professioni ed oggi il lavoro autonomo, in Italia, sconta gravi ritardi in termini di tutele. Nelle passate legislature sono stati fatti passi avanti con il «Jobs act degli autonomi» (la legge del 2017 pensata dall’esecutivo guidato da Matteo Renzi per fornire inedite tutele al segmento indipendente) e con l’Iscro (una sorta di cassa integrazione a beneficio degli iscritti alla Gestione separata dell’Inps, introdotta, su impulso del Pd, nella Legge di Bilancio per il 2021), ma adesso è arrivato il momento di lanciare un nuovo progetto normativo, che metta al centro la persona con i suoi valori e bisogni di welfare, a prescindere dalla qualificazione del rapporto», ha sostenuto Stella.
Le convocazioni dei partecipanti al tavolo ministeriale, stando a quanto è affiorato in questi ultimi giorni, dovrebbero partire a stretto giro: a discutere con Calderone dovrebbero essere, oltre a Confprofessioni, gli organismi che riuniscono i Consigli nazionali degli Ordini e le Casse previdenziali private e privatizzate. E non è escluso che si possa dibattere anche di un rafforzamento delle norme sull’equo compenso dei professionisti, dopo che la fine prematura della XVIII Legislatura ha fatti naufragare, ad un passo dal via libera definitivo, la proposta di legge firmata da FdI, Lega, Fi e M5s.
Nuove esigenze di carattere professionale
Nel frattempo, come conseguenza della crisi fra Russia ed Ucraina, si affacciano nuove esigenze di carattere professionale (anche) nella nostra Penisola: il direttore della Cyber & Security Academy di Leonardo Stefano Bondi, infatti, ha posto i riflettori sull’esigenza di una «caccia alla minaccia cyber», sottolineando la necessità di una sempre maggiore formazione, perché, ha spiegato, circola «un’elaborazione di McKinsey che stima in tre milioni, a livello globale, il fabbisogno di professionisti che a livello italiano, come ha sottolineato il direttore dell’agenzia nazionale per la Cybersicurezza, riguarda circa 100.000 figure professionali. C’è molto lavoro da fare anche se, negli ultimi due anni, l’Italia sta recuperando terreno e, grazie anche all’agenzia, attendiamo molte iniziative tese a formare nuovi tecnici. Penso che in questo senso possa aiutare anche la riforma degli Its, gli Istituti tecnici superiori organizzando percorsi specialistici e anche noi, come Leonardo, stiamo facendo accordi con gli istituti per formare nuove figure professionali in questo senso», ha fatto, infine, sapere.