Si apre il cantiere della riforma delle lauree abilitanti. Con il tavolo tecnico voluto dal Ministero dell’università -alla presenza tra gli altri del Consiglio nazionale dei Periti Industriali- entra nel vivo l’attuazione della legge in materia di titoli abilitanti (l. 163 pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 276 del 19 novembre). Il tavolo tecnico dovrà, infatti, circoscrivere il recinto dei principi entro il quale emanare i decreti attuativi finalizzati a collegare il nuovo sistema formativo (ridisegnato dalla stessa legge), con quello degli accessi agli albi. E dovrà farlo sia per le lauree rese direttamente abilitanti dalla 163, sia per quelle per cui potrà esserne richiesta la trasformazione in abilitanti.
Cosa prevede la legge
Il primo decreto, che il ministero dell’università dovrà adottare entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge e che interessa la categoria dei Periti Industriali, dovrà quindi intervenire sulle classi di laurea professionalizzanti disciplinate dall’articolo 2 dell’articolato, cioè i percorsi resi direttamente abilitanti dal testo. Il decreto dovrà definire le modalità di svolgimento e di valutazione del tirocinio pratico-valutativo, compresa la determinazione dei crediti formativi, nonché della prova pratica valutativa delle competenze acquisite con il tirocinio e la composizione della commissione giudicatrice, che vedrà la partecipazione anche degli ordini professionali. Sulla base di questo provvedimento, le università dovranno emanare un decreto rettorale con cui adeguare i regolamenti didattici di ateneo. Le università avranno un anno di tempo dalla pubblicazione del decreto per adeguarsi, pena l’esclusione dai finanziamenti previsti da accordi di programma o da provvedimenti di attuazione della programmazione universitaria. L’adeguamento della disciplina, comunque, si applicherà a decorrere dall’anno accademico successivo a quello in corso alla data di adozione dei decreti rettorali.
Oltre a rendere alcuni titoli direttamente abilitanti, quindi, la riforma offre alle categorie la possibilità di chiedere la trasformazione del percorso anche in futuro. Per realizzarla, saranno necessari, come si legge nel testo, «uno o più regolamenti da emanare su proposta del ministero dell’università, previa richiesta degli ordini o dei collegi professionali di riferimento», oppure su iniziativa dello stesso dicastero guidato da Maria Cristina Messa. In programma, inoltre, una serie di decreti per i soggetti che si laureeranno a cavallo con l’approvazione della riforma.
La riforma dei titoli abilitanti rappresenta una grande occasione per allineare, in modo coerente, il sistema dell’offerta formativa con i nuovi profili professionali mutati nel tempo al mutare dell’innovazione tecnologica. Rendere abilitanti le lauree professionalizzanti ed estendere questo principio anche alle professioni che ne faranno richiesta, significa che la formazione maturata durante il corso di studi universitari diventerà -anche grazie al tirocinio svolto durante il corso di studi- più corrispondente alle conoscenze e alle abilità che dovrà possedere il professionista.