“Le morti sul lavoro stanno diventando una piaga sociale e uno scempio incommensurabile che deve finire”. Non ha usato mezzi termini il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’ennesimo episodio di morte sul lavoro in una piccola fabbrica del modenese. Del resto i dati sugli incidenti sul lavoro parlano chiaro e evidenziano come il problema degli infortuni sul lavoro e della relativa sicurezza sia ancora molto lontano dall’essere risolto.
Se, infatti, è vero che la soglia di sensibilità in materia di sicurezza delle nostre imprese si sia generalmente innalzata e per molte di loro stia diventando uno strumento di competitività, è altrettanto vero che questa percezione non sia sufficiente per evitare il ripetersi di eventi tragici. Di fatto lo stato della sicurezza nei luoghi di lavoro rappresenta un piano ancora non del tutto esplorato, che invita a smorzare i toni dell’emergenza continuata in favore di riflessioni e di azioni di lungo respiro.
Occorre dare effettività agli obblighi di sicurezza in un mercato del lavoro sempre più caratterizzato da frammentarietà e in continua evoluzione. In tal senso il ruolo dei professionisti può essere determinante per la diffusione della cultura della prevenzione nelle imprese, per promuovere la formazione sulla materia e per sostenere tutti quei meccanismi a sostegno del miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro perché, come ha ricordato Mattarella, “un Paese civile non può sopportare di vedere donne e uomini perdere la vita mentre fanno il proprio mestiere”.