Due consigli dei ministri a settimana fino alla fine dell’anno. Subito la legge sulla concorrenza e la manovra, poi sotto con riforma della giustizia, delega fiscale, costo del lavoro e semplificazioni. Il tutto condito dagli interventi per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Questa la road map del governo per i prossimi mesi come annunciato al termine del Consiglio dei ministri di giovedì 7 ottobre dal premier Mario Draghi. Tappe forzate, quindi, anche in vista delle elezioni del presidente della repubblica, previste per il prossimo anno, che fermeranno di certo i lavori del governo, con il rischio anche di perdere l’attuale presidente del consiglio.
Già questa settimana, l’obiettivo di svolgere due Consigli dei ministri è stato rispettato: il primo ha portato all’approvazione della legge delega fiscale, mentre il secondo a quella del decreto sulle riaperture, con la nuova capienza per stadi e discoteche. La prossima settimana, invece, potrebbe arrivare la legge sulla concorrenza, attesa da mesi, nonché la legge di bilancio o almeno le prime discussioni sul testo. I principali temi in discussione, poi, rappresentano misure approvate nelle ultime settimane che necessitano di provvedimenti attuativi: i primi riguardano la riforma del processo civile e di quello penale, poi si dovrà intervenire sulla legge delega fiscale. In tutti e tre i casi si tratta di deleghe molto ampie, che necessiteranno di più di un decreto attuativo. E tutte e tre rappresentano ambiti di importanza primaria per l’applicazione del Pnrr, con obiettivi prefissati che sono richiesti dalle istituzioni europee.
I tempi sono stretti sia per evitare di perdere i fondi europei sia in vista, come detto, delle elezioni per il Quirinale. Sul primo versante, già si stanno manifestando una serie di problematiche: è notizia della settimana che tutti i progetti presentati dalla Sicilia per il Pnrr siano stati bocciati. Il rischio è quello di non riuscire a sfruttare appieno i fondi messi a disposizione dall’Europa per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Da qui la necessità in capo al governo di dare un segnale chiaro alle istituzioni comunitarie, andando ad approvare provvedimenti già chiesti da tempo. Emblematici, da questo punto di vista, gli interventi sul catasto e quelli sulla concorrenza, soprattutto per quanto riguarda le concessioni balneari.
Il secondo aspetto da valutare è legato alle elezioni per il Colle. Dalle prime indiscrezioni sui nomi, uno di quelli più papabili pare proprio l’attuale premier Mario Draghi. Di certo, un ulteriore cambio di governo non velocizzerebbe l’azione dell’esecutivo, anzi. Quindi, ancora più importante mettere il turbo e arrivare ad approvare quanti più provvedimenti necessari prima della fine dell’anno.
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