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La Commissione Ue per la solidarietà cibernetica e cybersicurezza

da | 26 Apr 2023 | Informatica

Dall’Europa un piano da 1,1 miliardi per la cybericurezza. Periti industriali pronti a rispondere alla richiesta di competenze specifiche

La cybersicurezza sempre più al centro dell’attenzione dei governi di tutto il mondo. L’ultimo atto proviene dalla Commissione europea, che il 18 aprile ha annunciato la prossima presentazione del “Cyber solidarity act”, ovvero un piano da oltre un miliardo di euro interamente dedicato alla sicurezza informatica. Tra le varie voci del piano, c’è un preciso riferimento all’importanza di garantire ai professionisti un aggiornamento e una formazione di qualità. L’Enisa, l’Agenzia europea per la cybersecurity, lavorerà infatti a un progetto pilota finalizzato all’istituzione di un sistema europeo di attestazione delle competenze nel settore. Una garanzia in questo senso arriva dagli iscritti al Consiglio nazionale dei periti industriali, in particolare gli esperti di informatica, professionisti formati nel tempo e pronti a raccogliere le sfide e le opportunità offerte da un contesto in continua evoluzione.

Il centro della proposta della Commissione è la realizzazione di quello che viene definito uno “scudo europeo per la cybersicurezza”, che sarà costituito da una serie di centri operativi interconnessi e stanziati lungo tutta l’Unione europea. Si tratta dei centri operativi di sicurezza (Soc), costruiti con il sostegno del programma Europa digitale (Dep), che integrerà i finanziamenti nazionali. Il bilancio totale dello scudo sarà di 100 milioni di euro, portando il valore delle azioni legate alla cybersicurezza all’interno del Dep a quota 842,8 milioni di euro.

Il regolamento porterà, inoltre, alla creazione di un nuovo meccanismo di emergenza informatica, basato su tre punti cardine: il sostegno alle azioni di preparazione, l’assistenza reciproca e la creazione di una “riserva Ue per la cybersicurezza”, ovvero un database contenente una serie di possibili soluzioni ad eventuali attacchi realizzate da servizi privati (cosiddetti “trusted providers”), che possono essere utilizzate dalle istituzioni europee e nazionali per affrontare attacchi o incidenti su larga scala.

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In aggiunta, il nuovo regolamento istituirà un meccanismo di revisione degli incidenti in materia di cybersicurezza, basato su uno studio approfondito degli ultimi incidenti verificatisi che porterà alla pubblicazione di una relazione con una serie di raccomandazioni per gli stati membri.

Si lavorerà, come detto, anche a un nuovo sistema di attestazione delle competenze dei professionisti, per garantire il loro aggiornamento, fondamentale per affrontare le insidie del mondo digitale. Per i periti industriali operanti nel settore si apre quindi l’occasione di partecipare a questo processo di rafforzamento della struttura informatica delle istituzioni, essendo la categoria una delle più attive su queste tematiche.

Il nuovo piano europeo e la rinnovata attenzione anche a livello nazionale, con l’Italia che ha istituito nel 2021 un’Agenzia per la cybersicurezza e con il Pnrr che prevede molti investimenti su sulla digitalizzazione, offrono perciò alla categoria dei periti industriali grosse opportunità. Sarà necessario indirizzare sempre di più la formazione verso queste materie, lavorando a stretto contatto con governo e istituzioni, cercando di definire una strategia condivisa da tutte le parti in causa.

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