Un pieno recupero dei livelli pre-crisi e prospettive di crescita per la chimica in Italia
Il settore, secondo quanto riportato dai dati di Federchimica, crescerà dell’8,5% nel 2021 (dato ovviamente influenzato dalle restrizioni alle attività economiche del 2020), con la previsione di un + 3% per il 2022.
La federazione delle aziende del chimico ha illustrato i numeri a seguito dell’assemblea con cui è stato rieletto presidente Paolo Lamberti, che nel suo discorso ha sottolineato le principali necessità del settore: “per perseguire concretamente la transizione ecologica è ora il momento di far evidenziare con chiarezza il ruolo chiave della chimica, con le sue tante soluzioni tecnologiche per contrastare il cambiamento climatico e la scarsità delle risorse, senza sacrificare il benessere. Penso ad esempio alle tecnologie innovative per l’efficienza energetica degli edifici, per una mobilità ecosostenibile, per il riciclo chimico, per il riutilizzo della Co2 e per l’idrogeno pulito”, le parole di Lamberti.
“È essenziale però, che la ripresa sia accompagnata da una solida prospettiva di attuazione del Pnrr e da provvedimenti specifici, a sostegno di un settore che ha le caratteristiche per essere trainante nella ripresa. La nostra industria ha tutti i requisiti per affrontare le sfide future: in tema di sostenibilità, ambientale, sociale ed economica, le nostre aziende sono già in linea con gli obiettivi Ue sui cambiamenti climatici al 2030 e hanno più che dimezzato, in meno di 30 anni, le emissioni di gas serra”. La Federazione ha quindi stilato una lista di interventi da discutere nel neo costituito tavolo per la chimica. I principali obiettivi sono: la semplificazione normativa e amministrativa; il supporto alla transizione ecologica e la riduzione dei costi dell’energia, il tutto da realizzare implementando le infrastrutture fisiche e digitali.
Quando parliamo dell’industria chimica in Italia, parliamo di un settore con oltre 2.800 imprese e 3.300 insediamenti attivi sul territorio. Si tratta del terzo produttore europeo e il sesto comparto industriale del paese: vengono impiegati direttamente 111.000 addetti, numero che supera i 270.000 considerando l’indotto. La rapida ripartenza della produzione, come detto, consentirà di chiudere il 2021 con pieno recupero dei livelli pre-crisi, con un incremento della produzione pari all’8,5%, che ripianerà le perdite del 2020 (-7,7%) superando, già nell’anno in corso, il fatturato pre-pandemia (56 miliardi nel 2019). Determinante il traino dell’export (+8,7% in valore nei primi sette mesi rispetto allo stesso periodo del 2019). Inoltre, “pur con l’incognita delle elevate criticità relative a disponibilità e costi di numerose materie prime e all’aggravarsi delle tensioni sul fronte energetico, la ripresa potrà consolidarsi nel 2022, con una previsione del +3,0%”, fanno sapere ancora da Federchimica.