L’analisi di Confcommercio Milano. Tecnologia meno importante per le più piccole
L’avanzare dell’intelligenza artificiale preoccupa il giusto le imprese del terziario, ma il suo sviluppo è ancora fortemente legato alle strutture dimensionali delle stesse. Nelle realtà più grandi iniziano ad essere sempre di più le funzioni o i progetti legati all’Ia, mentre le piccole fanno fatica ad immaginarne un utilizzo nel prossimo futuro. Per la stragrande maggioranza (l’81%), comunque, si tratta di un progresso inevitabile, con cui dover fare necessariamente i conti. È quanto emerge dal report realizzato da Confcommercio Milano, Lodi e Monza-Brianza, frutto di un’indagine basata su un sondaggio rivolto a 505 imprese del terziario. Il 94% di esse ha meno di 50 addetti e il 66% ha un fatturato inferiore ai 500 mila euro. Una percentuale anche superiore all’intero sistema italiano, visto che nella penisola il 94,8% delle aziende ha meno di 10 addetti.
Il report si apre con la prima domanda, ovvero “quanto si ritiene informato riguardo all’Ia?” e i risultati descrivono un quadro non troppo preparato. L’8% dice di non sapere nulla, il 44% risponde “poco”, il 39% “abbastanza” e il 9% “molto”. Per quanto riguarda il livello di preoccupazione percepito, però, il 54% si dichiara ottimista e il 46% preoccupato. E l’81% dichiara, come detto, che sia un progresso inevitabile.
Comunque, per il 79% degli intervistati l’Ia darà supporto nei compiti ripetitivi, per il 78% farà risparmiare tempo e comporterà maggiore efficienza e per il 63% consentirà alle imprese di ottimizzare i propri investimenti. D’altro canto, il 62% pensa che farà perdere posti di lavoro, ma il 61% afferma che creerà nuove professioni.
Poche le aziende che credono sia importante implementare questa tecnologia: il 20% dice per niente, il 26% poco, il 34% moderatamente e il 20% molto. Sulla stessa lunghezza d’onda la domanda su quale sarà il peso degli investimenti in intelligenza artificiale rispetto ai suoi investimenti totali: il 45% non prevede di farne e solo il 2% pensa che l’Ia possa pesare oltre il 50% delle proprie scelte di spesa. Inoltre, il 72% delle realtà intervistate attualmente non usa sistemi di intelligenza artificiale.
Un quadro, perciò, che parla di imprese non spaventate, ma ancora poco interessate ad investire, soprattutto le più piccole. Tra le motivazioni, al primo posto si trova la mancanza di competenze, indicata dal 51% degli intervistati. Al secondo posto (30%) i dubbi sull’affidabilità e al 27% le preoccupazioni etiche.
Il futuro sarà diverso? In parte. Il 52% delle aziende prevede di utilizzare nei prossimi mesi/anni sistemi di Ia, mentre il 48% no. Anche qui, il peso della struttura dimensionale conta parecchio, visto che sono sempre le più grandi ad avere i valori maggiori.
L’indagine è stata resa nota il 22 settembre.