Le semplificazioni fiscali (solo le parti meramente tecniche) e il ddl concorrenza (ma senza taxi). Poi, forse, le riforme della giustizia civile, penale e tributaria. Con molta probabilità salteranno, invece, la delega fiscale (almeno con questo governo) e quelle per appalti, csm, spettacolo e incentivi alle imprese. Questa l’agenda di ciò che è rimasto del governo Draghi, che il prossimo mese avrà comunque il suo da fare per completare quanto previsto dalla determina approvata ieri dal Consiglio dei ministri. Al punto 1 del documento, in particolare, viene scritto che il governo rimane impegnato nel disbrigo degli affari correnti e nell’attuazione delle leggi e delle determinazioni già assunte dal Parlamento, oltre che l’adozione di provvedimenti urgenti e di atti legati al Pnrr. E non sono pochi i testi già approvati dalle due Camere, che ora rischiano di saltare.
Concorrenza e semplificazioni sono già stati annunciati: oggi, il primo sarà approvato in commissione e andrà in aula la prossima settimana. È stata stralciata la norma sui taxi, quindi non dovrebbero esserci divisioni per l’ok dalla Camera. Il decreto Semplificazioni (atto camera 3653) deve essere convertito in legge e quindi sopravviverà alla crisi. Così come potrebbero sopravvivere le tre riforme della giustizia messe in campo nell’ultimo anno: la delega sul processo civile, quella sul penale e la giustizia tributaria. Le prime due, infatti, sono state approvate alla fine del 2021 e i gruppi di lavoro sono già attivi da gennaio per il civile e dalla primavera per il penale. Alcune misure, come quelle dedicate allo smaltimento dell’arretrato giudiziario, sono inoltre considerate primarie nel Pnrr. Quindi nel prossimo mese potremmo veder pubblicare i decreti attuativi. Per la giustizia tributaria, invece, il discorso è un po’ diverso: anch’essa è un obiettivo del Pnrr, ma il suo iter è molto più indietro rispetto alle altre due, essendo in queste settimane in discussione in Parlamento. Si dovrebbe comunque trovare una strada per approvarla. Salteranno quasi per certo, invece, quelle deleghe approvate da poco (a giugno era arrivato l’ok per quella sugli appalti e sul Csm, oltre che sullo spettacolo) e le misure più divisive (i taxi nel concorrenza, il catasto, le concessioni balneari). Un agosto intenso, quindi, per la politica italiana, divisa tra campagna elettorale e impegni parlamentari non rinviabili.