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L’Italia attende (altri) 19 miliardi del Pnrr, mentre i processi accelerano e gli stadi restano «al palo»

da | 27 Apr 2023 | In evidenza

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Terza «tranche» dei fondi europei del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) all’orizzonte per la nostra Penisola: l’Italia attende (altri) 19 miliardi

Si tratta di una nuova iniezione di liquidità che dovrebbe permettere al programma di «restyling» post-pandemia di procedere in maniera più spedita.

Non mancano, però, i «paletti» e le incertezze. Nelle ultime ore il ministro per il Pnrr, il Sud e la Coesione territoriale Raffaele Fitto, parlando nelle due Camere, ha espresso valutazioni in parte incoraggianti: «Nelle prossime ore ci aspettiamo un superamento delle criticità» connesse alle iniziative che l’Italia è chiamata a concludere entro il 31 dicembre 2022 «e ci auguriamo uno sblocco della terza rata» dei finanziamenti dell’ammontare di 19 miliardi, ha detto, riferendo come Bruxelles, nel frattempo, abbia dato l’«altolà» al restauro dello stadio di Firenze e alla costruzione di uno stadio e di un palazzetto dello sport a Venezia, che erano stati inclusi Piani urbanistici integrati delle due città. E, poi, ha raccontato ai parlamentari, sono oggetto di un confronto con la Commissione Ue i «target» relativi agli asili nido e alle scuole d’infanzia, nonché la sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale.

Intanto, sul versante della giustizia sono giunte alcune cifre confortanti, per il nostro Paese: negli ultimi sei mesi del 2022 la durata dei giudizi ha fatto registrare una contrazione dell’11,8% nel settore civile e del 10% in quello penale, rispetto al 2019, in un panorama considerato «coerente» dal ministero della Giustizia con gli impegni assunti dall’Italia con l’Europa che prevedono, come obiettivi finali del Pnrr, il taglio della durata dei processi del 40% nel civile e del 25% nel penale. Tuttavia, appare più ristretto il «trend» dello smaltimento dell’arretrato civile – soprattutto in primo grado, dove alla fine dello scorso anno la variazione era -9,3% nei tribunali e -28,3% in Corte d’appello, mentre Bruxelles chiede, per poter proseguire nelle erogazioni delle risorse del Piano, una diminuzione del 90%, rispetto al dato del 2019 sia in tribunale, sia in Corte d’appello.

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Fitto, poi, ha spiegato come in questa fase il governo abbia sciolto i «nodi» concernenti 55 obiettivi per la terza rata delle sovvenzioni; in particolare, ha affermato il ministro in Parlamento, quella sulle concessioni portuali è stata risolta con un decreto del ministro Matteo Salvini che ha superato le osservazioni della Commissione Ue e dettato nuove linee guida, rafforzando il quadro regolatorio e coinvolgendo l’Autorità dei Trasporti, così come è stata trovata la modalità di far procedere il bando sulla promozione del teleriscaldamento efficiente, grazie alla prossima pubblicazione di un nuovo bando concordato sempre con Bruxelles.

Infine, sono giunte ieri le nuove regole europee sui conti pubblici, che contemplano piani concordati con la Commissione europea dagli Stati membri, indicando solamente un percorso di spesa in grado di far scendere stabilmente il debito pubblico, ma non ci saranno obiettivi numerici veri e propri sul calo dell’indebitamento. E, allo stesso tempo, resteranno invariati i parametri dei trattati che fissano un tetto per il deficit al 3% del Pil e per il debito al 60% del Pil.

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