Nello scorso mese di aprile, stando alle rilevazioni effettuate dall’Istat, l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è diminuito dell’1,3%, rispetto alla «performance» registrata a marzo 2022, attestando così quella che l’Istituto di statistica definisce la «prima flessione congiunturale dopo otto mesi consecutivi di crescita» del comparto. E, si legge ancora nel testo, «d’altra parte, i livelli produttivi restano assai elevati: per trovarne di analoghi occorre risalire al 2011», visto che su base tendenziale si registra ancora una crescita robusta, seppure in rallentamento. L’Istat precisa, inoltre, che rispetto all’aprile 2022 l’indice corretto per gli effetti di calendario cresce del 16,9% (i giorni lavorativi, viene, infatti, specificato, sono stati 19 contro i 21 dello stesso mese del 2021), mentre l’indice grezzo registra un incremento dell’8,1%. Complessivamente, dunque, per ciò che riguarda la media del trimestre febbraio – aprile 2022 la produzione nelle costruzioni aumenta del 7,0%, nel confronto con il trimestre precedente, mentre, recita ancora il testo dell’Istituto, «nella media dei primi quattro mesi del 2022, l’indice, sempre corretto per gli effetti di calendario, sale del 19,0%, al confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’indice grezzo cresce del 17,7%».
Cifre incoraggianti, dunque, per un comparto produttivo molto importante per l’attività lavorativa delle categorie professionali tecniche, tra cui quella dei periti industriali, tuttavia, sullo sfondo, resta complicato lo scenario della fruizione delle agevolazioni per le ristrutturazioni in edilizia, a partire, com’è noto, dal Superbonus 110%. A dire la sua, di recente, è stata la nuova presidente nazionale dell’Ance (Associazione costruttori) Federica Brancaccio, critica, come l’intera filiera del settore, nei confronti del «giro di vite» impresso alle cessioni dei crediti, che ha generato uno «stallo» nel sistema finanziario, rallentando (o, in molti casi fermando, l’attività nei cantieri). Il problema del Superbonus, ha riferito, «è stato cambiare le regole in corsa. Questa situazione significa rischiare di nuovo l’implosione del sistema. È vero che questa misura ha un costo, ma è anche vero che il fallimento di tante imprese forse è addirittura superiore», ha aggiunto, ricordando che l’intervento, nato all’interno del cosiddetto «decreto rilancio» del maggio 2020, in piena pandemia da Covid-19, era stato concepito per «risollevare il settore che veniva da 12 anni di crisi terribile e anche con un obiettivo più di lunga visione: riqualificare il patrimonio immobiliare», dunque le imprese ed il mondo professionale «hanno cominciato a strutturarsi dal 2020 in poi, ma poi da novembre, con il cambio delle regole in corsa, che era necessario per il bonus facciate, si è bloccata la monetizzazione dei crediti», ha concluso la presidente dell’Ance.