Un deficit energetico “molto più ampio rispetto a un anno prima”, arrivato a quota – 7.263 milioni rispetto al – 2.213 del 2021. In aggiunta, l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici si riduce a 5.600 milioni, da 6.964 milioni di febbraio 2021. In generale, i prezzi all’importazione crescono dell’1,6% su base mensile e del 18,5% su base annua. Sono i dati pubblicati dall’Istat nel report dedicato al commercio con l’estero e ai pressi all’import dei prezzi industriali. I numeri sono relativi a febbraio del 2022. Il report segue la precedente valutazione dell’Istituto sul “peso” dell’energia sull’inflazione.
In generale, si stima una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le importazioni (+5,4%) che per le esportazioni (+1,6%). L’aumento su base mensile dell’export è dovuto all’incremento delle vendite verso entrambe le aree, Ue (+1,3%) ed extra Ue (+2,0%). Nel trimestre dicembre 2021-febbraio 2022, rispetto al precedente, l’export cresce del 5,8%, l’import del 13,6%. A febbraio 2022, l’export cresce su base annua del 22,7%, con un forte aumento delle vendite sia verso l’area Ue (+24,0%) sia verso i mercati extra Ue (+21,1%). L’import registra un incremento tendenziale più marcato (+44,9%), che coinvolge sia l’area Ue (+28,3%) sia, in misura molto più ampia, l’area extra Ue (+69,6%). Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+24,4%), sostanze e prodotti chimici (+34,1%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+23,1%) e prodotti petroliferi raffinati (+98,5%).
Continua, quindi, la crescita delle esportazioni; i dati di quest’anno sono ovviamente influenzati dalla pandemia, ma il trend di aumento è ormai costante da anni. Se il lato export registra andamenti positivi, sul lato delle importazioni le cose sono tutt’altro che rosee. I prezzi aumentano di quasi il 20% in un anno (18,5) e il disavanzo commerciale, sempre a febbraio 2022, era pari a 1.662 milioni di euro, a fronte di un avanzo di 4.750 milioni dello stesso mese del 2021. Come viene riportato esplicitamente dall’Istat, infine, “il deficit energetico (-7.263 milioni) è molto più ampio rispetto a un anno prima (-2.213 milioni)”.
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