È la prima volta che una città italiana è chiamata ad ospitare la conferenza europea sull’intelligenza artificiale. E l’onore, stavolta, è toccato a Napoli
È nel capoluogo partenopeo, infatti, al Real museo di Mineralogia che dal 13 al 15 settembre si terrà un confronto internazionale che toccherà, in particolare, il tema dei robot e dei mezzi senza conducente, grazie alle nuove tecnologie; l’iniziativa è patrocinata da l’Ente accademico mondiale di riferimento di Intelligenza Artificiale, da Euramas l’Ente accademico europeo di riferimento di sistemi autonomi e multi-agente e dal Dieti (Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione) dell’Università degli Studi Federico II di Napoli.
L’evento potrà accendere i riflettori su argomenti che, stando a quanto rilevato recentemente da Confindustria, non sono ancora molto praticati nel nostro tessuto produttivo: «Solo il 6,2% delle imprese italiane utilizza sistemi di intelligenza artificiale, contro una media Ue dell’8%», recita il documento, secondo cui, però, il Mezzogiorno d’Italia fa meglio del resto del Paese e si allinea ai valori europei arrivando al 7,6%». E si citano anche numeri della regione che ospiterà la conferenza Ue, la prossima settimana: nel 2021 «il mercato digitale in Campania ha superato i 4,6 miliardi di euro con una crescita del 4,6% rispetto al 2020. La percentuale di imprese regionali con almeno un livello base di digitalizzazione è ancora inferiore alla media nazionale, ma è cresciuta del +13,3% nel 2022, con un incremento molto superiore a quello italiano (9,6%)», si legge ancora.
Restando sul versante dello sviluppo tecnologico, ma allargando il campo al livello globale, inoltre, si apprende oggi che Google sta per prendere una posizione netta nei confronti delle informazioni «non genuine»: in autunno, infatti, nello specifico dal mese di novembre, il colosso informatico chiederà agli inserzionisti che producono annunci politici di indicare se questi sono stati realizzati con l’aiuto di software di intelligenza artificiale, o meno. Chi si occupa di confezionare materiale per gli spazi pubblicitari, pertanto, dovrà avvertire Google della presenza di una foto, oppure di un video che riprende figure del mondo politico mentre parlano, o dicono qualcosa che in realtà non hanno mai detto; in mancanza di tale comunicazione, la multinazionale potrà eliminare l’annuncio dalle sue piattaforme, fino a bloccare del tutto l’account di riferimento da cui è partito.
A seguito di queste nuove regole, perciò, gli inserzionisti dovranno includere un linguaggio chiaro nelle immagini e nei video, come «Questo audio è stato generato dal computer», oppure «Questa immagine non rappresenta eventi reali». L’innovazione, è stato spiegato dalla società informatica, migliorerà le misure di trasparenza di Google per gli annunci elettorali e contribuirà a sostenere ulteriormente la pubblicità politica responsabile, per fornire agli elettori le informazioni di cui hanno bisogno e prendere decisioni informate». Una decisione, quella dell’azienda che s’inserisce in una stagione nella quale, negli Stati Uniti, alcune campagne politiche stanno già sfruttando l’intelligenza artificiale per creare «spot» per i candidati alle elezioni